Alassio. Pietro Sibello deve alzare bandiera bianca. Le Olimpiadi 2012 non potrà viverle da atleta. Il Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna ha respinto ieri, per “incompetenza”, il ricorso presentato mercoledì scorso dall’alassino contro il parere dei medici dell’Istituto di Medicina e Scienza dello Sport, dai quali era stata espressa una valutazione negativa al conseguimento da parte dell’atleta della qualifica di “probabile olimpico”.
Il TAS, inviando la comunicazione al Coni, ha espresso nelle motivazioni che “ai sensi dell’articolo 52 del Codice di Arbitrato Sportivo non è possibile incardinare alcuna procedura di arbitrato sulla base delle argomentazioni avanzate da Sibello”. Il Tribunale, inoltre, ha specificato che, “in relazione alla costante giurisprudenza dello stesso TAS, non è possibile applicare la norma 61 della Carta Olimpica, pur invocata dall’atleta, e che non ha alcun valore il fatto che Sibello sia stato in passato ‘atleta olimpico’”.
Il TAS specifica infine che “l’atleta non ha comunque esaurito tutti i gradi di giudizio interni, non avendo esperito ricorsi all’Alta Corte di Giustizia o al Tribunale Nazionale di Arbitrato per lo Sport, così come previsto dallo Statuto del Coni”.
Fermato lo scorso anno dopo la diagnosi di angioma cerebrale, Pietro Sibello (a destra nella foto) non è più riuscito ad ottenere dal Coni la necessaria idoneità agonistica, nonostante i tanti pareri di esperti italiani e mondiali a suo favore.