Cairo Montenotte. Comitato Sanitario della Val Bormida in mobilitazione contro i tagli prospettati al sistema ospedaliero e dell’emergenza e, specialmente, contro il declassamento del pronto soccorso del San Giuseppe caldeggiato dall’assessore regionale Montaldo, destinato insieme a quello di Albenga a diventare presidio di primo intervento. Il sodalizio valbormidese sta programmando assemblee in vari Comuni, che culmineranno con una manifestazione di piazza sabato 22 settembre.
“Parteciperanno – aggiunge i portavoce Giuseppe Boveri e Alvaro Leoni – comitati sanitari in difesa della salute pubblica, associazioni ambientaliste e lavoratori per chiedere una svolta nella gestione politica del nostro territorio, basato solamente sulla diminuzione dei posti di lavoro, aumento delle industrie altamente inquinanti ed a basso impiego di manodopera e tagli ai servizi sanitari, con particolare riferimento a quelli di prima emergenza”.
Inoltre, il Comitato Sanitario della Val Bormida ha scritto una lettera al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, proprio sul tema della salute pubblica. “La popolazione della Val Bormida registra, purtroppo, elevati tassi di mortalità associati a gravi malattie correlate all’inquinamento dell’aria, delle acque e dei suoli; tale situazione è una diretta conseguenza della presenza sul nostro territorio di industrie ad alto impatto ambientale che in passato ed attualmente hanno immesso ed immettono nell’ambiente composti chimici altamente cancerogeni e dannosi per la salute – si legge nella missiva – Negli ultimi anni a questa situazione si è aggiunto il rapido smantellamento dell’ospedale San Giuseppe di Cairo Montenotte, unico presidio sanitario che forniva servizi ad una popolazione dispersa su un territorio collinare-montano di circa 500 chilometri quadri”.
“Progressivamente sono stati ridotti i posti letto, si è diminuito l’organico, sono stati chiusi interi reparti ed oggi siamo prossimi anche alla chiusura del pronto soccorso che, secondo i programmi della Regione Liguria, sarà declassato ad un presidio di primo intervento, idoneo solamente al trattamento dei casi sanitari più semplici. Per scongiurare quest’ultima contrazione abbiamo già raccolto ed inviato alla Regione Liguria 9.000 firme di cittadini valbormidesi” si legge nella lettera.
“L’aspetto che maggiormente ci preoccupa è che l’ospedale di Cairo Montenotte non potrà più fornire servizi adeguati per i casi di emergenza; i cittadini che necessiteranno di interventi medici urgenti dovranno recarsi negli ospedali localizzati sulla costa ligure, i quali saranno raggiungibili, a seconda della località di provenienza, con tempi di percorrenza variabili tra i 40 e gli 80 minuti. Il trasporto verso questi ospedali sarà possibile solamente grazie al servizio di volontariato di decine di militi delle Croci, che avranno l’onere di sopperire alle gravi carenze sanitarie presenti sul nostro territorio, percorrendo migliaia di chilometri alla settimana, con condizioni stradali invernali di neve e ghiaccio, poiché il nostro territorio è situato sul versante padano degli Appennini, oltre il colle di Cadibona” scrivono dal Comitato.
“Ci rivolgiamo a Lei, Presidente, in nome dell’Articolo 32 della Costituzione Italiana che con poche parole esprime un diritto essenziale per la persona umana: ‘La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività e garantisce cure agli indigenti’. Confidiamo nel suo interessamento affinché anche nell’Alta Valle Bormida possano essere garantiti i servizi sanitari minimi necessari alla tutela della salute pubblica e si ponga fine al grande mercato che lucra cospicui guadagni sui bisogni e sulle malattie dei cittadini” conclude la lettera.