Il sindacato dei benzinai della Cisl Fegica denuncia “gli oltre 300 milioni di euro di indebitamento complessivo delle circa 4.300 piccole imprese di gestione che espongono il marchio dell’azienda Eni”, considerando il “buco” come “l’inequivocabile dimostrazione di chi paga a carissimo prezzo il conto della campagna di sconto di queste settimane ampiamente pubblicizzata, con la quale il Cane a sei zampe prova a rifarsi il trucco agli occhi dell’opinione pubblica a cui deve far dimenticare il record di 34 aumenti consecutivi dei prezzi dei carburanti nei primi tre mesi di quest’anno”.
La presa di posizione del sindacato arriva a seguito dell’indagine effettuata presso i gestori a marchio Eni, che svela “84 milioni di euro di ‘insoluti’, vale a dire di merci fatturate non pagate, che si aggiungono ai 223 milioni di euro di indebitamento verso il sistema bancario”.
Per la Cisl Fegica il settore viene così spinto verso “il collasso”. A riguardo il sindacato ricorda che “per poter aderire all’iniziativa “Iperself h24″, vale a dire offrire gli sconti con la macchinetta self anche di giorno, il gestore deve rinunciare fino al 70% del margine definito sindacalmente”.
Ecco che, prosegue Cisl Fegica, le “famiglie che traevano, a diverso titolo, il proprio reddito dalla loro attività prestata negli impianti Eni, sono ridotte sul lastrico da una azienda che, insieme a poche altre, controlla rigidamente un mercato ingessato”.