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Niente crisi per il gioco d’azzardo, il Cnr: “Chi ha un titolo di studio più basso gioca di più”

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Il gioco non conosce crisi: nella speranza del ‘colpaccio’, lo scorso anno gli italiani hanno speso in videoslot, Lotto e Gratta e Vinci 79,9 miliardi di euro, mentre per il 2012 si prevede una crescita della spesa che arriverà a circa 130 miliardi, il tutto mentre si assiste a una contrazione dei consumi familiari e dei risparmi a causa della situazione economica.

E’ quanto è emerso oggi a Firenze nel corso del seminario ‘Per un gioco legale e responsabile: aspetti sociali e ruolo della polizia’. L’appuntamento è stato promosso dalla Sipl, Scuola interregionale di polizia locale (Emilia Romagna, Liguria, Toscana), in collaborazione con Forum italiano per la sicurezza urbana e Avviso Pubblico (Enti locali e Regioni per la formazione civile e contro le mafie). Nel 2011 la somma maggiore è stata giocata negli apparecchi (slot machine e videlottery), che hanno raccolto il 56,3% del fatturato totale; seguono i gratta e vinci (12,7%), il lotto (8,5%), le scommesse sportive (4,9%), il superenalotto (3%), poi Bingo e scommesse ippiche. Secondo i dati del Rapporto Eurispes 2009, è stato ricordato, il gioco d’azzardo coinvolge in Italia fino al 70-80% della popolazione adulta (circa 30 milioni di persone) e il fenomeno è più diffuso tra gli uomini di età compresa tra i 20 e 60 anni.

Inoltre, secondo una ricerca epidemiologica del Cnr, il 2,2% della popolazione italiana è a rischio per quanto riguarda la dipendenza dal gioco d’azzardo e si stima che nel giro di pochi anni questi dati saranno pressoché raddoppiati. A giocare più assiduamente, è stato spiegato, sono le persone con titolo di studio più basso: l’80,3% di chi ha la licenza media, contro il 70,4% di chi ha il diploma o il 61% dei laureati; e anche chi ha minori garanzie e tutele lavorative: il 70,8% di chi ha un lavoro e tempo indeterminato, contro l’80,3% dei lavoratori saltuari o l’86,7% di chi è in cassa integrazione.