La “montagna sacra” di Castell’Ermo tra Stonehenge e i templari: le sorprese da un’indagine archeologica

Stonehenge

Vendone. Dall’uomo primitivo sino ai templari, la storia della Valle Arroscia potrebbe arricchirsi di sorprendenti novità all’incrocio fra evoluzione dell’uomo, cultura del sacro ed esoterismo. La missione archeologica della Fondazione Tribaleglobale, infatti, sta facendo emergere dati importanti sulle tracce millenarie dei riti praticati dalle popolazioni ingaune sul Monte Castell’Ermo, che domina Vendone.

Dal primo sopralluogo di studiosi, archeologici e paleontologi ad oggi, l’indagine è riuscita a documentare elementi storici fondamentali sugli insediamenti sacri della zona. Un crogiolo di tradizioni e pratiche che va dalle culture megalitiche alle ritualità medioevali sino al recente culto di San Calocero; ma anche ci sono anche gli indizi che riconducono ad un antico presidio templare. Verifiche negli archivi e accertamenti sul campo convergono verso una nuova visione della storia, con gli uomini cosiddetti di Stonehenge  (nella foto) e Carnac che seppelliscono i loro defunti sul monte tra la Valle Arroscia e la Valle Pennavaire.

“Comunicheremo i primi risultati delle nostre ricerche il 22 giugno prossimo – annuncia Giuliano Arnaldi, sovrintendente del MAP (Museo di Arti Primarie), che coordina la missione – Dopo avere effettuato alcune indagini sul campo e avere acquisito ulteriori elementi. Il progetto ‘Castell’Ermo Montagna Sacra’ prevede due particolari giornate di ricerca il 21 e il 22 giugno e una giornata aperta al pubblico il 23 con conferenze, proiezione di film e altre iniziative”.

“Grazie all’intensa attività di studio avviata – prosegue Arnaldi – sono emersi elementi documentati che, oltre a consentire una datazione certa dell’inizio della attività rituale sul Monte Castell’Ermo, o Peso Grande, collocherebbero la montagna che guarda la valle Arroscia e la Valle Pennavaire, e la cui cima è spesso avvolta dalla nebbia proprio come il Monte Olimpo, nel suggestivo circolo degli insediamenti sacri che continuano da secoli a destare stupore e curiosità”.

La missione si propone specialmente di individuare l’esatta collocazione del “Tre pé”, Dolmen andato distrutto da un atto vandalico nel 1946, portare alla luce reperti dei primi riti praticati su Castell’Ermo ed approfondire le origini della storica processione che si svolge sul monte ogni 5 anni in memoria di San Calocero.

Fanno parte del team di ricerca Carmelo Prestipino, ispettore Onorario del Ministero per i Beni Culturali ed esperto di culture mediterranee antiche; Maria Chiara Di Pace, responsabile del Dipartimento di Archeologia del MAP; Andrea Mordacci, paleoarcheologo e conoscitore della cultura delle Statue Steli della Lunigiana; Angelo Resmini, speleologo esperto in ricerca archeologica in grotta. Andrea e Davide Bronda curano la logistica sul campo, Giorgio Amico e Renato Breviglieri coordinano la ricerca storica.