Cronaca

Il giudice rinvia i processi, ma il pm voleva celebrarli: la sede di Albenga “divide” Tribunale e Procura

tribunale albenga

Albenga. Dopo il caos del gennaio scorso, quando per diverse udienze (qualcuno ne ha contate nove) la Procura aveva deciso di non inviare in udienza il pubblico ministero, non si placano gli attriti tra tribunale e magistratura a proposito della sede distaccata del palazzo di giustizia di Albenga. Mercoledì infatti, nell’aula del giudice monocratico Francesco Giannone, è andato in scena un piccolo scontro e si sono accese alcune scintille. Oggetto del contendere la decisione di rinviare i processi del giorno, che erano gli stessi già rinviati a gennaio quando il posto del giudice Gianfranco Arnaud era ancora vacante.

Secondo il pubblico ministero Danilo Ceccarelli infatti le udienze potevano svolgersi regolarmente, al contrario, secondo il giudice Giannone, visto che quei processi erano stati rinviati in assenza del pm (non presente in aula su decisione della Procura), era giusto fissare una nuova data per riprendere il procedimento perché l’udienza di gennaio, di fatto, non era stata celebrata per l’assenza di una delle parti. Di conseguenza il rinvio non era da considerarsi come notificato alle parti. Un’interpretazione che però non è andata giù al pubblico ministero che ha invece continuato a sostenere la legittimità di quel rinvio e, di conseguenza, ha insistito affinché le udienze venissero regolarmente celebrate.

Il risultato è stato che il giudice Giannone ha deciso di rinviare tutti i processi, una quindicina in tutto, ad esclusione di quelli che è stato possibile definire con un rito alternativo. Secondo indiscrezioni trapelate dal sesto piano del palazzo di giustizia, la Procura di Savona starebbe già studiando le “contromosse”: in particolare i magistrati starebbero valutando la possibilità di intervenire con qualche “strumento giuridico”. I rumors parlano dell’idea di rivolgersi alla Cassazione.