Alassio. Nessuna udienza, oggi, a causa di un impedimento di una delle parti in causa, nell’ambito del processo a carico di Gino Mesina, il pierre alassino accusato di violenza sessuale nei confronti di una ragazza russa che avrebbe aggredito in seguito ad una serata allegra per i locali della movida rivierasca. Oggi si sarebbe dovuta tenere l’audizione di alcuni testimoni ma il processo è stato rinviato al prossimo 3 luglio.
I fatti contestati al pierre risalgono al primo settembre scorso nel garage alassino di via Piani Romani di proprietà di “Gino la bomba” – per usare il nome con cui l’uomo è conosciuto negli ambienti della movida rivierasca – dove la presunta vittima, una 28enne russa, racconta di essere stata violentata. La giovane parla di uno stupro che sarebbe avvenuto dopo una nottata trascorsa tra i locali della zona. Ad avvalorare la sua tesi vi sarebbero piccoli graffi sul volto di Messina ed ecchimosi sul corpo della ragazza: secondo l’imputato, però, sarebbero semplicemente il frutto di una violenta reazione della 28enne, a seguito del rapporto intimo, causata dai sensi di colpa per aver tradito il proprio fidanzato.
Tempo fa, ai microfoni di Ivg.it, Messina ha ricordato la sua versione della storia: “Quando la ragazza che mi accusa è stata ‘beccata’ dal fidanzato telefonicamente, le è venuta una crisi per il senso di colpa e ha detto la cavolata della violenza, inventandosi quella storia per giustificarsi con lui. Per questo mi ero recato quella stessa mattina dai carabinieri per segnalare l’accaduto e per tutelarmi e avvertire per ben tre volte le forze dell’ordine e per fornire la mia versione dei fatti”. “Pensavo davvero fosse finita lì ed invece è andata avanti” aveva sostenuto il pierre alassino.
