Cronaca

Cengio, calderina killer: perizia tecnica attesa entro il 13 settembre

Savona Tribunale

Cengio. Torna in aula la vicenda della morte di due coniugi, Elio Ferrero e la moglie Irene Sattamino, uccisi da una calderina killer, il 3 marzo del 2009, a Cengio. Oggi si è tenuta una nuova udienza preliminare davanti al gup Aschero: è stata accolta la richiesta di citazione di responsabile civile dell’Arte (avanzata dai legali Massimo Badella e Amedeo Caratti, difensori della parte offesa) e il procedimento è stato rinviato al prossimo 13 settembre quando sarà sentito il perito che è stato incaricato dal giudice di svolgere la consulenza tecnica.

Per quell´incidente sono indagate, tutte con l´accusa di omicidio colposo, sette persone tra cui sei dirigenti dell´Arte (ex Iacp), Cesare Re, Marcello Borghi, Pietro Bovero, Andrea Arena, Renato Pezzoli, Franco Bellenda, che si sono succeduti alla guida dell´Ente nel periodo compreso tra il 1980 al 2009, ed il figlio delle vittime, Paolo Ferrero.

La Procura contesta ai dirigenti di Arte, in quanto responsabili dell´immobile, di non aver assicurato i requisiti minimi di sicurezza nell´impianto scalda acqua dell´alloggio dove vivevano le vittime, soprattutto in relazione all´aerazione nell´ambiente ed i sistemi di smaltimento dei prodotti di combustione. Secondo l´accusa nell´appartamento non ci sarebbero state aperture di ventilazione dirette con l´esterno ed i canali di scarico dei prodotti della combustione avevano uno quota insufficiente tra la camera di combustione e la sommità del camino.

Il figlio dei coniugi Ferrero è invece finito tra gli indagati per un intervento di manutenzione che aveva eseguito nell´impianto della casa dei genitori. Nell´ottobre del 2008 infatti, aveva sostituito il terminale del camino con un tubo curvato a 90° ed un camino a lamelle, introducendo un ulteriore cambio di direzione del canale del fumo. Un lavoro che, sempre per il pm, era stato eseguito sopra un impianto già gravemente deficitario e privo dei requisiti minimi di sicurezza.

Prima della conclusione delle indagini, davanti al gip Emilio Fois, era stato discusso l’incidente probatorio. La perizia doveva accertare se la calderina che il 3 marzo 2009 causò la morte di Ferrero e della moglie era a norma. Da quanto accertato sembra che l’impianto non avesse appunto le necessarie prese d´aria. I coniugi di Cengio morirono a causa del monossido di carbonio che si era sprigionato dalla calderina del bagno nell’alloggio al quarto piano del palazzo di edilizia popolare in via 2 Giugno. Elio Ferrero, 75 anni, pensionato dello stabilimento Acna, e la moglie Irene, 80 anni vennero ritrovati lui riverso sul pavimento, lei accasciata sulla sedia in cucina. Sul tavolo, un mazzo di carte da gioco. A fare la drammatica scoperta era stata una delle figlie.