Cronaca

Albenga, indagine sul bullismo nelle scuole: i dati inviati al ministro Profumo

ministro francesco profumo

Albenga. L’indagine sul bullismo, 603 test distribuiti, a fine aprile, a tutti gli alunni presenti delle scuole medie statali di Albenga – 471 alunni della sede via degli Orti e 218 alunni della sede di Leca – si è rivelato uno strumento utile per dare supporto ai ragazzi che lo desiderano.

Era infatti specificatamente indicata, al termine del test anonimo, la possibilità di barrare la richiesta di contatto. 34 alunni (17 in I^, 11 in II^, 6 in III^) hanno chiesto di incontrare la task force dei Servizi Sociali coordinata dalla funzionaria Angela Elena, dall’assistente sociale Elisabetta Fedrizzi e dal Giudice onorario del Tribunale per i Minori Velio Degola. Il conteggio dei sì e dei no e l’esame delle risposte hanno fornito una prima lettura del fenomeno del disagio giovanile e del bullismo, all’interno dei gruppi dei ragazzi delle nostre scuole. Seguiranno poi delle riflessioni e delle elaborazioni dei dati, per poter avere una ricaduta sui vari interventi che verranno fatti a scuola dal prossimo settembre, con la ripresa dell’anno scolastico.

Intanto, nella popolazione scolastica delle scuole medie statali di Albenga, dalle risposte raccolte dai 210 alunni delle classi I^, 208 alunni in II^, 185 in III^, è emerso un dato interessante. Qualcuno, il 3%, in I^ media (età in cui potrebbe essere meno frequente la bugia o il nascondere) riesce già ad ammettere di aver ricevuto la proposta di usare droghe e alcolici. Dato significativo questo per l’istituzione scolastica e le Politiche Sociali del Comune che dovranno insieme programmare interventi di sensibilizzazione e prevenzione della tossicodipendenza e alcolismo, se si pensa che la percentuale aumenta con gli anni successivi, 5.5% (12 alunni) in II^ media, 11% (20 alunni) in III^ media.

Poi rilevante pure, ai fini del bullismo, il quesito sulle minacce ricevute, dove alcuni studenti sono riusciti ad ammettere di essere stati oggetto e vittime. I valori ovviamente diminuiscono aumentando l’età, forse per un maggiore spirito di autodifesa. Sono stati minacciati da altre persone ben 42 alunni in I^( di cui 15 femmine), 35 alunni in II^ (di cui 9 femmine), 32 alunni in III^ (di cui 19 femmine). Alla domanda diretta, forse, la singola persona non avrebbe mai risposto, mentre con un test sono emerse valutazioni “imprevedibili”. Se da una parte c’è bisogno di lavorare sulla prevenzione dalle droghe, dall’altra occorre un’educazione al rispetto dell’altro, della persona più debole, della persona di sesso diverso, perchè parecchi (44 in I^, 39 in II^, 32 in III^) hanno ammesso di non pensare mai alle conseguenze delle proprie azioni sugli altri. Anche quando si va a chiedere se “hai amici che danneggiano o distruggono le cose” o se “hai mai danneggiato le cose di qualcuno” non pochi rispondono di sì. Più precisamente 49 alunni in I^ media (di cui 11 femmine), 46 (di cui 19 femmine) in II^ media, 42 (di cui 21 femmine) in III^ media hanno amici che danneggiano o distruggono le cose, mentre 41 ragazzi (di cui 11 femmine) in I^ media, 28 (di cui 6 femmine) in II^ media, 36 (di cui 16 femmine) hanno già danneggiato le cose di qualcuno.

E poi “hai mai rubato?”. Sì per 12 in I^ media, 9 in II^ media, 29 in III^ media. E ancora “ti hanno mai costretto a rubare?” Risposta affermativa per 6 in I^ media, 2 in II^ media, 15 in III^ media (di cui 11 femmine). Quindi le domande più dirette sul bullismo. “Ti hanno mai costretto a minacciare qualcuno?” con risposta positiva solo in 6 ragazzi di I^, 7 di II^, 8 di III^. “Sei mai stato ricattato?” 45 in I^ media, 41 in II^ media, 30 in III^ media. “Ti capita di sfottere gli altri?” 41 in I^ media, 69 in II^ media, 77 in III^ media. Confortante, infine, il dato rilevato alla domanda “Ti senti capito dagli insegnanti?” 471 studenti su 603, ben il 78% (179 in I^, 163 in II^, 133 in III^) hanno dichiarato di fidarsi degli insegnanti, mentre taluni nelle differenti età si lamentano di incomprensioni con i genitori, sotto forma di frequenti litigi (32 in I^, 59 in II^, 67 in III^). Da sempre ciò non ha attinenza con le capacità di essere bravi genitori, ma questo dato se da una parte indica la difficoltà per i figli di confidarsi, dall’altra segna il tramonto dell’epoca dei genitori “amici”, essendo in conflitto il ruolo di autorevolezza con quello di amicizia.

“Negli anni ‘90 il ruolo di “insegnante confidente” era stato valorizzato istituendo i CIC (centri di informazione e consulenza) nelle scuole medie superiori e forse è arrivato il momento di ampliare questa offerta anche agli alunni più piccoli – commenta l’assessore ai Servizi sociali Eraldo Ciangherotti – Questo perché gli insegnanti della scuola media ispirano fiducia meritata con atteggiamenti e comportamenti durante la vita scolastica. Qualche docente potrebbe anche non sentirsi adatto ma chi è disponibile potrebbe in futuro lavorare su questi temi con i ragazzini non tanto in colloqui individuali ma magari in piccoli gruppi di discussione. Ecco perché ho deciso di inviare al Ministero della pubblica Istruzione e al suo Ministro Francesco Profumo i dati di questa indagine-sondaggio, perché, utilizzato come parametro di valutazione per un progetto mirato alla prevenzione del disagio giovanile, possa diventare un forte appello al Governo per porre la questione dell’infanzia e dell’adolescenza al primo posto. Sono indispensabili politiche a sostegno della maternità, della scuola, dei luoghi di aggregazione. In tutti gli ambiti, compreso quello della giustizia, è importante considerare i tempi dei bambini e dei preadolescenti”.