Albenga. Una stagione floricola decisamente anomala ma nel complesso positiva. Si chiude così, tra alti e bassi, la vendita dei prodotti floricoli della piana albenganese.
“Quest’anno la stagione è partita presto ed è finita decisamente tardi – ha dichiarato Aldo Alberto, presidente provinciale della Confederazione Italiana Agricoltori -, ma si sarabbe fatto volentieri a meno delle battute d’arresto che si sono registrate all’avvio della primavera a causa del tempo bizzarro. L’associazione ha voluto fare un sondaggio tra i floricoltori per capire l’andamento nelle diverse aziende in modo da ottenere un quadro il più delineato possibile per pianificare le azioni da intraprendere per la valorizzazione dei prodotti per una giusta collocazione sul mercato”.
“Nel complesso la stagione è andata bene – dichiara il responsabile del settore floricolo Jochen Mewes -. Anche quest’anno certi articoli non sono stati richiesti (fuxia, calle e altre piante fiorite del vaso 18), ma ormai lavorare in questo settore sembra avere a che fare con una lotteria. Il mercato tira in base al periodo, al clima e alle mode del momento, quindi diventa difficile pianificare. Il prodotto che l’anno scorso scarseggiava quest’anno è avanzato e quello che l’anno prima non era richiesto quest’anno è andato a ruba. I produttori che hanno concentrato la produzione nei vasi da 14 non hanno avuto problemi, mentre quelli che hanno deciso di puntare sul 18 hanno fatto fatica a vendere, ma fare delle scelte è sempre più difficile. E’ stata una stagione molto lunga, caratterizzata da periodi di lavoro intenso alternati da altri in cui non si è venduto nulla. Le condizioni meteo certamente hanno influito molto, ma nel complesso non possiamo lamentarci. Il freddo di febbraio avrebbe potuto compromettere l’intera stagione ma fortunatamente non è andata così”.
Dello stesso parere anche il floricoltore Giorgio Stella che lamenta solo il blocco perenne dei prezzi di vendita dei prodotti albenganesi. “Il fiorito è partito lentamente è dopo il blocco registrato subito dopo le festività di Pasqua i produttori hanno nuovamente venduto i loro prodotti – dichiara -. Per quanto riguarda le aromatiche invece la richiesta è partita a marzo e si è continuato a lavorare fino a questi giorni. Certamente non è stata un’annata eclatante ma comunque non possiamo lamentarci visto che si è caricato fino alla metà di maggio. Le margherite hanno risentito un po’ ma poi sono partite. La vera penalizzazione sono i prezzi di vendita fermi da troppi anni. Albenga non riesce a fare sistema con le altre forze economiche. Abbiamo un prodotto di qualità elevato ma non riusciamo a valorizzarlo. Questo è davvero un peccato perché i costi di produzione aumentano e il nostro quadagno è sempre più risicato”.
La pensa allo stesso modo anche il produttore Alessandro Salati che non nasconde la sua preoccupazione per la sopravvivenza del settore se anche quest’anno si fosse verificata un’altra annata nera.
“Abbiamo lavorato bene ma i costi sono aumentati notevolmente e chi come me ha avuto problemi di diverso tipo, se non avesse venduto sarebbe dovuto andare a chiedere prestiti alle banche che avrebbero concesso il credito a tassi piuttosto pesanti – puntualizza Salati -. Purtroppo lavorare solo durante l’alta stagione non basta più. Le nostre aziende escono da un autunno decisamente negativo e questo sul bilancio si fa sentire. Certamente lavorare con le primizie permette di tirare un po’ il fiato ma quando anche la concorrenza è pronta ecco che si ferma tutto. Coltiviamo ad un costo che varia dai 48 ai 50 centesimi a vasetto e vendiamo 60 e il gioco è bello che fatto e il guadagno è davvero poco. Se si lavora ad ottobre si riesce ad ammortizzare i costi dei dipendenti ma se ciò non avviene chiudere il bilancio in perdita è inevitabile. Bisogna riuscire a migliorare e valorizzare il prodotto. Se non si riesce ad alzare i prezzi la contrazione sarà sempre più forte”.
“Il mercato è cambiato – aggiunge il floricoltore Marco Facollo -. Il nostro prodotto è insufficiente per i grandi clienti ma allo stesso tempo è troppo per quelli più piccoli. La richiesta è cambiata, i clienti non fanno più magazzino ma si limitano a richiedere più consegne settimanali. Diciamo che è stata una stagione anomala. Si è lavorato a periodi. Periodi in cui o eri pronto oppure eri completamente fuori dal giro. Qualche giorno fa, ad esempio, le margherite mancavano, mentre un mese fa venivano buttate. La stagione è stata caratterizzata da grandi corse e brusche frenate, ma viste le condizioni in cui abbiamo lavorato è andata fin troppo bene”.
Tra alti e bassi nel complesso tutti i floricoltori sono rimasti soddisfatti, compreso chi ha registrato qualche problema all’avvio della stagione.
“Sono soddisfatto – dichiara Pietro Sardo -. Quest’anno avevo poco fiorito e molte aromatiche e quindi per me è andata molto bene. Ho avuto qualche difficoltà nella vendita dei ciclamini ma poi anche quel mercato è decollato. Quest’anno abbiamo ripulito tutto così come si faceva un tempo”.