Calice Ligure. Ricorrono tre mesi dalla tragica morte di Nicolò Delladio, il ventenne trovato senza vita su una banchina del porto di Loano dopo una serata trascorsa al Bfly. Gli esami tossicologici, attesi per i giorni scorsi, non sono ancora arrivati, ma poco aggiungeranno alla dinamica, già evidente, della sciagura di quella notte di inizio febbraio.
Per i genitori del giovane è un dolore difficilmente attutito dal tempo e la rabbia è ancora viva, in particolare per il mancato aiuto a Nicolò, lasciato in balia di se stesso proprio dagli amici che lo avevano indotto ad uscire e lo avevano accompagnato nel locale. Lo stesso sdegno che, alla notizia del dramma, si era propagato sui social network con messaggi di questo tenore: “Se io sono un vero amico non vado a casa fin quando non lo trovo, ok? Non si può lasciare una persona al freddo sotto zero, in camicia, a loano, fuori da un locale, senza un trasporto verso casa… io non me ne andrei fin quando non lo trovo”.
Nicolò era uscito dalla discoteca, vestito in abiti leggeri nonostante il freddo e vento pungente, senza più far ritorno. Gli amici lo avevano cercato per un po’, poi si erano allontanati ciascuno rincasando, portandosi via in auto la giacca del giovane. Nel frattempo, il ragazzo scivolava in acqua e annegava nello specchio acqueo della Marina di Loano. Il giorno successivo, il 3 febbraio, le ricerche di soccorritori e sommozatori si erano protratte sino al pomeriggio e dunque sino alla terribile scoperta: il cadavere presso la banchina del porto.
Gli esami tossicologici riveleranno la presenza o meno di un tasso alcolemico elevato nel corpo del ventenne, al momento della caduta in mare. Le testimonianze raccolte dagli inquirenti hanno già attestato che il ragazzo aveva bevuto, lasciandosi andare anche perché in compagnia di amici che guidavano la macchina, e l’alcool avrebbe favorito il suo status confusionale. In ogni caso la fatalità ha reciso la vita del giovane nel fiore degli anni. Quanto a quello che si sarebbe potuto fare per scongiurare l’incidente, i genitori di Nicolò non si rassegnano al pensiero che, con maggiore attenzione da parte degli amici, il passo falso del ragazzo sulla banchina non si sarebbe tramutato in tragedia.





