“Spero che sul federalismo ci sia una pausa, un momento di riflessione che comporti poi la ripresa dei lavori e il non abbandono di ciò finora fatto, anche se, nel mettermi a ragionare sulla direzione che sta intraprendendo questo esecutivo, mi sento di affermare che si possa considerare un ciclo terminato, quasi senza speranza”. Così Franco Floris, sindaco di Andora e presidente della commissione Finanza locale Anci, commenta al sito Anci la situazione di stallo legata al federalismo fiscale a pochi giorni dalla due giorni Ifel di approfondimento sulla riforma federale, in programma a Frascati, il 17 e 18 maggio.
“Continuo ad augurarmi che il cammino venga ripreso – sottolinea Floris – perché come ho più volte detto il federalismo fiscale rappresenta una leva fondamentale per responsabilizzare gli amministratori e di conseguenza i cittadini stessi”. Il presidente della commissione Anci riconosce le preoccupazioni per l’introduzione dell’Imu, “che condizionerà fortemente le imprese, in particolare le pmi e il mondo dell’artigianato e a seguire le famiglie”. E proprio su questo proposito Floris ricorda come “i comuni abbiano chiesto negli anni passati di gestire la tassazione sugli immobili in maniera federalista in base alle esigenze dei territori, con dei regolamenti da approvare in consiglio comunale. In questo modo non ci sarebbe stata la confusione di questi anni e soprattutto il carico fiscale sarebbe stato meno sostanzioso”.
Il sindaco di Andora sottolinea ancora come “negli ultimi anni si siano sbagliati tutti gli obiettivi di finanza pubblica, perché oltre al caos generato prima dalla soppressione dell’ici e poi dall’introduzione dell’Imu c’è un patto di stabilità che ha praticamente sbagliato tutti gli obiettivi che si era proposto”. Per Floris infatti “la modifica doveva comportare un limite alla spesa pubblica, ma questo a parte il fatto che l’ha comportata solo per i comuni, ha provocato al contempo il blocco anche della spesa per investimenti”.
“E’ fondamentale virare in altra direzione – sostiene – perché ci sono troppi soldi in cassa non spendibili che bloccano territori e sviluppo, da qualche parte bisognerà pur partire”. E proprio su questo punto il sindaco di Andora si augura che prima le istituzioni centrali europee, poi quelle italiane capiscano l’urgenza della riforma del patto. “Nel nostro paese ci sono 40 miliardi di euro bloccati e il comparto dei comuni ne ha 20, soldi che potrebbero generare sviluppo, occupazione, progresso, è fondamentale sbloccare parte di questi soldi e nel minor tempo possibile”, conclude.