Altre news

Albenga, il gioco d’azzardo come reazione alla crisi: i dati dell’Osservatorio comprensoriale

Slot machine

Albenga. “I nostri Servizi stanno riducendo drasticamente i contributi alla persona sotto forma di contanti proprio per la paura per il rischio che vengano usati per il sogno artificioso del gioco d’azzardo”. Così, Eraldo Ciangherotti, assessore ai Servizi Sociali del Comune di Albenga, sottolinea uno dei sintomi di come, nell’ultimo decennio, a causa del proliferare in Internet, sul digitale terrestre e sotto forma di spot promozionale del gioco d’azzardo oltre alla continua apertura di nuovi centri di scommesse, le persone che giocano siano addirittura decuplicate.

Questo boom ha portato ad un conseguente aumento vertiginoso dei giocatori per alcuni dei quali l’azzardo diventa una vera e propria dipendenza che ormai conta centinaia di vittime nel Ponente ligure. Persone, che, in questo particolare momento di crisi economica e, quindi, di disperazione per molti, vanno alla ricerca della vincita milionaria e si ritrovano senza soldi nemmeno per mangiare.

Aggiunge Ciangherotti: “Ad Albenga ci sono giunte addirittura segnalazioni della presenza di bische clandestine per le quali ci auguriamo che le forze dell’ordine riescano ad operare per scoprire e sequestrare il gioco clandestino”.

Ma perché il gioco d’azzardo diventa dipendenza? “Il gioco produce, a livello cerebrale, un aumento della adrenalina e di altre sostanze che producono una sensazione di iniziale benessere che rende piacevole ed anzi agognato il veder girare la pallina o rimanere sono gli occhi fissi sulle ‘ruote’ della slot-machine – spiega la psicologa Silvia Marcuzzo, vicepresidente del Centro l'”Ancora” di Sanremo e tra i principali artefici di Prisma, un progetto innovativo di prevenzione e cura dei giocatori d’azzardo patologici – Il giocatore d’azzardo patologico nonostante le perdite finanziarie va alla ricerca di quella sensazione armato dalla speranza di rifarsi delle perdite”.

Ad una utenza costituita prevalentemente da maschi fra i 30 ed i 60 anni si sono aggiunti nel tempio donne di tutte le età, lavoratrici, pensionate, casalinghe ed anche giovani, a volte giovanissimi se non minorenni.

“Il giocatore deve essere accolto da personale preparato in materia a cui deve seguire una valutazione o diagnosi e la analisi delle problematiche del gioco nelle aree individuale, famigliare, sociale e relativa consulenza – spiega Marcuzzo – Tutte fasi previste dal progetto Prisma che abbiamo recentemente presentato e che è diventato per la sua modernità d’esempio in Liguria. Prevediamo se questo è reso possibile da adeguati contributi l’apertura di sportelli di ascolto e di aiuto per i ‘giocatori compulsivi'”.

L’Osservatorio per la Tossicodipendenze si augura, per contenere un fenomeno che ha avuto una crescita progressiva, massiccia e finora inarrestata, che vengano adottati alcuni provvedimenti fra i quali la riduzione delle offerte di gioco d’azzardo, l’eliminazione della pubblicità (come avvenuto per le sigarette e non purtroppo per l’alcool che miete milioni di vittime) e l’incremento di campagne di informazione sui rischi della dipendenza da gioco.