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Grotte di Toirano, apertura della Sala dei Misteri e giornata di studio sulla presenza preistorica

sala misteri a Toirano

Toirano. Si è svolta ieri a Toirano la giornata di conferenze sul tema “La lunga storia della vite e dell’uomo in Liguria”, organizzata dal Comune e dalla Soprintendenza per i beni archeologici della Liguria.

I lavori sono stati aperti con il saluto del consigliere comunale Fulvio Panizza, il quale si è soffermato sui risultati del settore grotte relativamente alle nuove iniziative volute dall’amministrazione come i laboratori didattici per le scuole, lo studio e la tutela dei chirotteri e la ricostituzione del Museo paleontologico. Panizza ha ricordato altresì il connubio tra pubblico e privato, effettuato con la ditta vitivinicola Durin di Ortovero e altre iniziative al vaglio per valorizzare il complesso di Toirano Grotte. Panizza ha poi brevemente illustrato come l’amministrazione intende organizzare il Museo, partendo da teche da allestire inizialmente nell’area esistente sino al progetto di copertura di parte del terrazzo della biglietteria in modo da recuperare spazi per l’area espositiva.

La prima relazione è stata quella dell’archeobotanico Daniele Arobba, direttore del Museo archeologico del Finale, con un intervento dal titolo “Acini, semi e polline. Archeobotanica della vite nella Liguria antica”, partendo dai pollini rilevati nella Grotta della Basura (Strega) di Toirano, presumibilmente portati dallo stesso Ursus Spelaeus, e ha ripercorso la storia della vite nella Provincia di Savona, unica tra le province liguri ad avere dei reperti per la produzione del vino, trattando dei vari ritrovamenti nelle località savonesi che testimoniano la produzione di vino in età romana. Tale produzione non è infatti documentata dalle fonti romane che parlano quasi esclusivamente delle produzioni vinicoli toscane, laziali e del meridione.

Il “Vinum nostrum” e tutte le bevande spiritose, come le ha definite lo stesso Arobba, sono stati oggetti di disamina e l’esperto si è soffermato sui vari reperti oggettivi, alcuni anche datati al 14C, ovvero il Radiocarbonio 14. Ampia documentazione ha fornito la nave romanica rinvenuta ad Albenga che testimonia il commercio di vino rosso che avveniva tra l’Italia del centro-sud e la Gallia.

Tra una relazione e l’altra vi è stato l’intervento del Sindaco del Comune di Toirano, Silvano Tabò, il quale si è soffermato sull’impegno che il Comune intende mantenere per promuovere la cultura anche in tempi di crisi.

La seconda conferenza è stata quella dell’archeologa Francesca Bulgarelli con un intervento dal titolo “L’archeologia del vino in Liguria: le recenti scoperte archeologiche nel savonese” nel quale ha documentato i reperti del savonese, illustrando la villa romana di Alba Docilia di Albissola Superiore dove si è riusciti a dedurre che ci fosse la produzione di vino nonostante che, su una parte della stessa, attualmente, insista la stazione ferroviaria, su San Pietro in Carpignano di Quiliano, su S. Ermete di Vado Ligure cioè la ricca Vada Sabatia e di Legino con gli ultimi scavi del 2011 dove sono stati reperiti dei vinaccioli non carbonizzati.

L’archeologa Bulgarelli si è poi soffermata sui sistemi di spremitura, fermentazione, immagazzinamento e trasporto per arrivare ai metodi di degustazione, presenti tra l’altro nel Museo Navale di Albenga, con curiosità relative al vero e proprio culto del vino che avevano i romani come le piante di vite vicino alle case come simbolo di lusso, l’uso del vetro per apprezzare il colore e il bouquet, i recipienti di piombo che producevano l’acetato di piombo e diventavano causa di intossicazioni.

La giornata ha visto l’apertura al pubblico della “Sala dei Misteri” all’interno del circuito di visita della Grotta della Basura (Strega), ovvero l’ultima sala frequentata dall’uomo preistorico. In essa sono concentrate numerose testimonianze di interesse archeologico: impronte di uomini preistorici e di orsi delle caverne, tracce carboniose delle loro fiaccole e palline di argilla rimaste attaccate alla parete contro cui furono scagliate, forse in un rito di iniziazione. Per l’occasione è stata prevista una nuova illuminazione e un cambio al percorso di visita. Per la giornata i Grottieri hanno aperto i laboratori per tutti i visitatori, con il coinvolgimento dei bambini nelle varie attività “preistoriche” come l’accensione del fuoco, il tiro con l’arco, la pittura, la costruzione dei ripari.

La giornata è stata davvero fruibile per il pubblico di appassionati e di esperti, tra i quali la dottoressa Lucia Martinelli, già impegnata nelle analisi chimiche sul vino trovato nel relitto di Albenga. Tra il pubblico era presente uno degli scopritori delle Grotte della Basura, il sig. Dario Maineri, e una delle guide storiche, il sig. Giuseppe (Pino) Bruzzone con i quali, l’Amministrazione ha rivolto un pensiero ad un altro storico grottiere, recentemente scomparso, il sig. Nicola Ferro.

Al termine la ditta Durin di Ortovero ha offerto una degustazione di vini tratti da varietà autoctone coltivate da generazioni. La Ditta Durin, che deve il suo nome al capostipite Isidoro Basso detto “Durin”, con il benestare della Soprintendenza, ha depositato uno stock di bottiglie pigato ad affinare nella Grotta di Santa Lucia inferiore, facente parte del complesso delle Grotte della Basura di Toirano.