Cronaca

Caso Drocchi, legali Scavo-Ter chiedono revoca della misura di interdizione dagli appalti pubblici

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Savona. Un’istanza di revoca della misura interdittiva. A presentarla, al gip del tribunale di Savona, è stato questa mattina l’avvocato Giovanni Ricco, il legale (insieme al collega Carlo Federico Grosso) dell’imprenditore Pietro Fotia, l’amministratore della Scavo-Ter di Savona nei confronti del quale è arrivata un’interdizione a trattare per nove mesi con la pubblica amministrazione.

Il legale di Fotia ha quindi depositato la richiesta nella speranza che il giudice decida di revocare il provvedimento che, di fatto, impedisce alla ditta specializzata nel movimento terra di partecipare a gare pubbliche. Adesso toccherà al gip Fiorenza Giorgi decidere sull’eventuale revoca. Il provvedimento è stato preso nell’ambito dell’inchiesta che ha preso le mosse dall’operazione “Dumper” e che aveva portato in manette, oltre che Fotia, anche il capo dell’ufficio tecnico del Comune di Vado Roberto Drocchi.

Proprio nell’ambito di quell’inchiesta il pm Ubaldo Pelosi, il primo marzo scorso, aveva chiesto al gip di adottare la misura dell’interdizione dalle gare pubbliche (un provvedimento cautelare previsto dal decreto legge 231 del 2001 che si applica nel caso di illeciti amministrativi dipendenti da reato, commessi da persone che esercitano, anche di fatto, la gestione e il controllo di un’azienda) per la Scavo-Ter e per altre due ditte che secondo l’accusa erano coinvolte nel giro di mazzette al comune di Vado Ligure, la Edil Ambrosiani e la Cemen Bit.

Richiesta che, dopo un’analisi delle carte, era stata accolta dal giudice Giorgi per l’azienda di Fotia e per la Cement Bit, ma non per la Edilambrosiani. Quest’ultima infatti, nel frattempo, avrebbe preso provvedimenti tali da impedire il rischio di reiterazione del reato che avrebbe giustificato l’esigenza di adottare la misura interditiva.

Dopo la decisione del gip il difensore della di Pietro Fotia aveva sostenuto che la richiesta di misura non fosse giustificata in quanto il caso è legato a Drocchi e quindi, a suo giudizio, non sussisteva il pericolo di reiterazione del reato.