Val Bormida. Crisi industriale e “impoverimento” della Val Bormida: Giovanni Moreno, portavoce dell’associazione “Intrabormida”, propone la sua ricetta per il futuro.
“Negli ultimi anni in Valle Bormida abbiamo assistito ad una preoccupante ristrutturazione e ridimensionamento delle cosiddette industrie tradizionali (vetrerie, cokerie, funivie, produzioni fotografiche, medicali e arti grafiche) e le nostre piccole aziende sono sempre più soggette a notevoli e pressanti azioni del mercato globale – esordisce Moreno – Parlando a nome della associazione ‘Intrabormida’, sono dell’idea che sia indispensabile, istituzionalmente e amministrativamente, attivandoci sinergicamente a livello regionale e comunale, muoverci fin da subito per uscire da questa situazione di degrado economico del nostro territorio”.
“Successivamente ad accurati studi di mercato a livello regionale e comprensoriale, sarà necessario inserire nuove industrie nel bacino industriale della Valbormida. Questo progetto dovrà essere supportato da tutte le forze politiche, sindacali, industriali e commerciali, evitando inutili faide tra le diverse fazioni e ricordando il principio che dovrebbe unirci tutti: la ‘valbormidesità’ – dice Moreno – Contemporaneamente sono auspicabili supporti alle esistenti aziende che operano o iniziano ad operare nei diversi campi, quali elettronica, elettromeccanica, plastica e attrezzature per il settore ferroviario e medicale, per permettere loro di essere competitive a livello nazionale ed europeo”.
“Sono inoltre indispensabili azioni mirate, studiate e concordate con gli enti locali, per maggiori sinergie con le regioni del nord-Italia e le regioni dell’Emilia-Romagna e Toscana, che sono già operative in questi settori industriali, per non restare logisticamente tagliati fuori dalle grandi arterie infrastrutturali che attraversano l’Europa. Sono convinto che se non sfrutteremo al massimo le nostre potenzialità e non avremo il coraggio di osare, pur con le cautele necessarie, rischieremo di trovarci, entro tempi non lontani, in una valle impoverita e con le nostre forze lavorative migliori costrette a dover emigrare e trovare lavoro in altre regioni o all’estero. Tutto ciò dovrà essere fatto ovviamente nel rispetto le normative anti-inquinamento e servendoci di moderne tecnologie”.
“Vorrei infine ricordare che i valbormidesi si sono sempre culturalmente distinti per essere un popolo laborioso, che guarda al futuro, pronto a misurarsi con il progresso e con le nuove sfide di modelli economici in cambiamento”, conclude Moreno.