Cronaca

Contributi asili nido finalesi ricevuti solo da due famiglie: gli altri beffati dalla burocrazia? Ora “avanzano” 31 mila euro

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Savona. Sindaci, tra qui il primo cittadino di Tovo San Giacomo, che segnalano a tutte le mamme che hanno bimbi iscritti negli asili l’esistenza di un bando per ricevere contributi sulle spese delle rette, altri amministratori comunali che mandano lettere per pubblicizzarlo e gli stessi nidi che indicano ai genitori questa possibilità. Nonostante questo succede che, alla scadenza dei termini, al Distretto Sociosanitario n°5 Finalese (l’ente gestore dei fondi messi a disposizione dalla Regione) siano arrivate soltanto due domande valide per ottenere i contributi. Il risultato, quindi, è che solo 5 mila dei 36 mila euro a disposizione delle famiglie dei Comuni del comprensorio finalese sono stati assegnati. Numeri che in tempo di crisi assumono le sembianze di una beffa.

Già perché ci sono ben 31 mila euro che avrebbero certamente fatto comodo a centinaia di famiglie finalesi che, al contrario, sono rimaste nelle casse della Regione. Delle domande arrivate per richiedere i contributi, cinque in tutto, tra l’altro, ben tre non sono state prese in considerazione: due perché non avevano i requisiti richiesti e una perché arrivata fuori tempo massimo. Così il Distretto ha assegnato i contributi a due famiglie, una di Tovo e una di Pietra Ligure, che si sono viste arrivare 2500 euro ciascuna (il contributo massimo possibile): un bell’aiuto di questi tempi.

Ora resta da capire come mai, nonostante l’apertura del bando sia stata segnalata alle famiglie, siano arrivate così poche richieste: forse molti genitori sono stati frenati dalla burocrazia: “Per presentare la domanda – come spiega una delle mamme che ha ricevuto il contributo – era necessario presentare diversi documenti. Allegare ricevute, certificazioni sul valore ISEE del nucleo famigliare ed altro. Carte che per essere messe insieme richiedevano un po’ di tempo”.

Tempo che, forse, molti dei genitori, divisi tra lavoro e gestione della famiglia, non hanno. Ecco allora una possibile spiegazione dell’insuccesso del bando che ha portato a non assegnare i contributi. Un risultato che, soprattutto in tempi di crisi come questo, lascia però l’amaro in bocca.