Economia

Cantieri Baglietto, lavoratori in Provincia: “Subito un sì all’offerta Azimut. Inspiegabile la lentezza di Galantini”

baglietto varazze

Varazze. Una trentina di persone in cassa integrazione da 22 mesi e un’offerta pronta che significherebbe “salvaguardia dei posti di lavoro” ma che tarda a concretizzarsi a causa di trattative zoppicanti e dell’assenza di un’azione decisa da parte degli enti territoriali: questo il quadro fornito dai sindacati per descrivere la situazione del Cantieri Baglietto, ad un passo dalla proposta-salvezza targata Azimut-Benetti.

Dopo il sì ufficiale attraverso delibera da parte del Comune di Varazze, i rappresentanti dei lavoratori sono giunti questa mattina a Palazzo Nervi per chiedere un pronunciamento positivo da parte della Provincia. Ad accoglierli, l’assessore Giorgio Sambin che ha promesso di portare la questione nuovamente all’attenzione del presidente Angelo Vaccarezza e di tutto il consiglio provinciale.

“Confidiamo in un celere sì anche da parte di tutte le forze politiche in consiglio provinciale così come è accaduto a livello comunale a Varazze – ha commentato Alberto Lazzari della Fiom – Poi, chiediamo anche una presa di posizione da parte della Regione e la creazione di un protocollo comune degli enti territoriali in sostegno dell’offerta Azimut, l’unica davvero concreta per il futuro dei cantieri. Senza contare che in ballo c’è anche tutta la questione delle concessioni demaniali, per cui è necessario procedere anche in questo senso”.

“Siamo inoltre fortemente critici verso la gestione del concordato da parte del liquidatore Federico Galantini che avrebbe dovuto già da tempo aprire una trattativa seria con Azimut – incalza Lazzari – Non capiamo il perché di questa lentezza: Galantini continua a parlare in modo fumoso di altre proposte, ma quali siano non è dato sapere. Perchè, ci chiediamo, non ha ancora incontrato l’azienda? Si è perso tempo inutilmente e, come sempre, sono i lavoratori a dover attendere i tempi di chi non sembra interessato a garantire loro un futuro”.

Infine ieri, a Roma, presso la sede del demanio, si è tenuto un incontro, organizzato dalla Regione, per definire un percorso che permetta di superare l’ostacolo delle concessioni demaniali. “Non siamo a conoscenza dell’esito dell’incontro per cui abbiamo richiesto con urgenza un incontro alla regione perché ci illustri la situazione”, aggiunge Pietro Scartezzini della Rsu cantieri Baglietto.

“Sappiamo però che all’incontro non era presente il ragionier Galantini e questo è estremamente grave – aggiunge Scartezzini – La vicenda delle concessioni esiste da sempre e ha portato al fallimento di diverse trattative. Era ed è compito dell’amministratore, quale titolare delle concessioni, definire con il demanio i percorsi per garantire l’acquirente sul rinnovo delle concessioni. Cosa sta facendo Galantini? Per la vendita di Spezia ha mosso mari e monti ed ora invece resta ferma e devono intervenire le istituzioni per svolgere un compito per cui è profumatamente remunerato”.

“A peggiorare il tutto l’atteggiamento di aperta ostilità della procedura nei confronti dell’offerta Azimut sta impedendo che si svolga una regolare trattativa. Per tre mesi la scusa portata avanti era che Monaco Marine offriva 7 milioni di euro senza condizioni e, quindi, anche Azimut avrebbe dovuto offrire la stessa cifra. Adesso sappiamo che questa offerta non esiste e non è mai esistita eppure Galantini persevera nel suo silenzio arroccato su posizioni indifendibili”.

“Anche la critica all’offerta economico si sgonfia ogni giorno che passa: per il concordato a giugno del 2011 bastava incassare 30,5 milioni di euro dalla vendita dei tre cantieri (Varazze, La Spezia e Pisa) e i due marchi (Baglietto e Cantieri di Pisa). Oggi la procedura dovrebbe incassare 18,5 milioni dalla vendita di Spezia e marchio Baglietto, 9 milioni dalla vendita del cantiere di Pisa con il marchio”, prosegue Scartezzini.

“Inoltre la Baglietto è stata autorizzata a escutere i 6 milioni di euro legata al fallimento della trattativa con Balducci. Quindi, se anche il sito di Varazze venisse venduto a 5 milioni di euro, la procedura si troverebbe con 8 milioni in più rispetto alla vendita a Balducci. Perché dovrebbe essere necessario ottenere altri soldi visto che comunque il costo del concordato è stabilito? Qualora avanzassero dei soldi dopo il pagamento del concordato, a chi andranno?”.

“Non si può più andare avanti così – conclude Scartezzini – I lavoratori sono alla fame a causa di una gestione oscura e incomprensibile di una vicenda che si è dilatata oltre ogni limite per inseguire interessi che non sono e non sono mai stati quelli della ripresa produttiva di quello che è stato il terzo gruppo della nautica italiana e uno dei primi gruppo mondiali nella costruzione dei grandi yacht. Lo spezzatino completo a cui si è giunti è un fallimento della procedura che ha completamente disatteso gli obiettivi su cui era costruito il concordato e continua a tacere e a non fare niente per avviare una seria trattativa con la Azimut. La Regione deve impegnarsi, come già ha fatto il Comune di Varazze e presto farà la provincia di Varazze, a riportare il lavoro e la produzione al centro delle trattative schierandosi a favore dell’offerta Azimut e stabilendo un accordo di programma che vincoli gli investimenti sul sito al rilascio delle concessioni demaniali”.