Albissola. Si è concluso in Tribunale a Savona il processo che vedeva a giudizio una brasiliana di 49 anni, L.M.D.M., accusata di aver sfruttato la figlia che si prostituiva in un appartamento ad Albissola. Al termine del procedimento penale la sua posizione si è alleggerita, il capo d’imputazione è stato parzialmente modificato e sono state concesse le attenuanti generiche.
La donna, davanti al collegio dei giudici, ha potuto così patteggiare la pena di due anni di reclusione e sei mila euro di multa (pena detentiva sospesa). A favore della brasiliana hanno giocato anche le testimonianze rese dalla figlia, che ha ridimensionato le accuse e non si è costituita parte civile.
I fatti risalgono al dicembre 2008 quando, ad Albissola, l’imputata aveva costretto la figlia a vendere il suo corpo in un alloggio da lei affittato. La ragazza era anche costretta dalla madre a cederle due terzi del denaro che riceveva dai clienti.
Secondo il quadro accusatorio la brasiliana aveva pubblicato sulla stampa locale annunci per pubblicizzare l’attività della figlia e di aver sfruttato, costringendolo a prostituirsi, anche un altro cittadino brasiliano (che viveva in casa sua ed era costretto, anche lui, a versare metà della quota del contratto di locazione).