Economia

Treni a lunga percorrenza, Filt-Cgil: “Liguria sempre più penalizzata”

Treno stazione notte

Liguria. “Dal 12 dicembre l’orario dei treni a lunga percorrenza ha subito l’ennesima riduzione e la Liguria ne è stata notevolmente penalizzata. Gli ultimi anni si sono caratterizzati per un lento abbandono di Trenitalia del segmento delle medie e lunghe percorrenze sulla linea Tirrenica a seguito del progressivo taglio delle risorse pubbliche destinate al sostegno del contratto di servizio tra Trenitalia e Ministero dei Trasporti per il cosiddetto “servizio universale”. Così il segretario Filt Cgil Liguria Corrado Cavanna, il responsabile regionale delle Attività Ferroviarie Filt Cgil Valerio Corradini ed il responsabile Trasporto ferroviario Passeggeri Filt Cgil Laura Andrei hanno scritto in una lettera indirizzata ai parlamentari liguri, al presidente della Regione Liguria Claudio Burlando, all’assessore ai trasporti Enrico Vesco e ai capi gruppo in Consiglio regionale.

“Non è ancora chiaro in che misura il recente ripristino dei fondi da destinare ai contratti di servizio pubblico previsto dal “Decreto Salva Italia” sarà destinato alla reintegrazione dei treni a media-lunga percorrenza che interessano la nostra Regione. Questa volta sono scomparsi lo storico “treno del sole” Torino – Palermo, solo letti e cuccette, e una coppia di treni Frecciabianca sul collegamento Genova Roma. Purtroppo non possiamo dimenticare che l’arretramento di FS dura da molto e che questo è solo l’ultimo atto di una tragedia iniziata da tempo”.

“A seguito delle scelte commerciali di Trenitalia negli ultimi anni sono stati soppressi i collegamenti internazionali con Nizza, che permettevano ai viaggiatori che raggiungevano l’aeroporto francese di trovare treni diretti per Roma, Venezia e Basilea e viceversa, fornendo un ottimo servizio anche al turismo ligure. Ripensando poi ai treni Nord – Sud la Liguria fino a un paio di anni fa era attraversata da almeno tre convogli notturni con posti a sedere e carrozze letti e cuccette che collegavano Torino a Reggio Calabria, Palermo, Crotone e persino Taranto” aggiunge la missiva.

“Attualmente non è rimasto alcun collegamento diretto col Meridione, a parte un disastrato Intercity notte Torino Napoli che costringe i viaggiatori a ore di percorrenza in condizioni disumane a causa della composizione ridotta e dell’assenza di un adeguato servizio di letti e cuccette. Sono inspiegabilmente scomparsi anche i treni periodici che permettevano ai cittadini liguri di raggiungere la Calabria trasportando la propria auto al seguito tramite un comodo servizio di carri auto collegati alle cuccette”.

“Alcuni dei servizi Frecciabianca per Roma sono al momento effettuati con materiale obsoleto (ETR 463), organizzati su orari che apparentemente non rispondono ad alcuna logica commerciale, gravati da continui ritardi e disservizi. Infatti i nuovi “giri materiali” programmati per il raggiungimento dell’unico punto di manutenzione situato a Milano sono troppo stretti e fanno ricadere il ritardo del treno in arrivo su quello che riparte poco dopo con lo stesso materiale”.

“Considerato che tali servizi sono “a mercato” in quanto non rientrano nella lista del contratto di servizio pubblicata sul sito di Trenitalia, una loro scarsa frequentazione dovuta a errori nella programmazione degli orari o ai continui ritardi in esercizio ne produrrebbe l’insostenibilità economica e potrebbe causarne la soppressione al prossimo cambio orario di giugno. E’ ancora più strano scoprire che alcuni di questi treni viaggiano come “materiali vuoti” in fasce orarie non coperte da alcun altro tipo di servizio (a causa dei tagli al trasporto regionale non esistono più collegamenti Genova Milano dopo le 22.00) con evidenti sprechi di risorse e ulteriori inefficienze”.

“Non dimentichiamo che i recenti investimenti in Liguria di oltre 41 milioni di euro sui nuovi siti manutentivi (supportati da accordi sindacali sull’organizzazione del lavoro per la chiusura della attività di Genova Brignole e Terralba e l’ampliamento dell’officina di Savona) nei progetti di Trenitalia non riguarderanno i treni a lunga percorrenza né tantomeno i carri merci (ormai esternalizzati da tempo) ma saranno esclusivamente destinati al trasporto regionale”.

“La linea Genova Milano vede un continuo accavallarsi di treni IC a tariffe più contenute, a pochi minuti di distanza da treni Frecciabianca più cari di sei euro, con l’evidente paradosso che i secondi impiegano due minuti più dei primi ad arrivare a destinazione. Tutto ciò non pare trovare alcuna spiegazione logica se non nell’eccessiva superficialità con la quale si guarda alla nostra Regione e alle sue necessità di collegamenti ferroviari efficienti e di qualità”.

“Dulcis in fundo, scopriamo che i collegamenti Frecciabianca ai quali sono state eliminate le fermate di Chiavari e Rapallo per velocizzare il servizio, con la conseguente penalizzazione per i pendolari, vedono per gli stessi treni il ripristino delle fermate di Massa e Civitavecchia a seguito delle richieste delle comunità locali….Forse le Regioni in Italia non sono tutte uguali agli occhi di Trenitalia?”

“La scelta di FS di abbandonare il “prodotto notte” ha prodotto il licenziamento di 800 lavoratori degli appalti e l’apertura della tristemente famosa “vertenza notte” per il riconoscimento della clausola sociale nella procedura di gara per l’affidamento del servizio al nuovo gestore e per il ricollocamento di chi non può trovare nuova occupazione a causa della soppressione di una parte dei treni”.

“Tutta la politica commerciale di Trenitalia sembra ormai improntata al solo obiettivo di spostare volumi di traffico sulle tratte ad alta velocità, abbandonando a tale scopo gli altri segmenti, con il tacito accordo del Ministero dei Trasporti. Il risultato ottenuto fino ad oggi è che sempre maggiori quote di viaggiatori sono stati costretti a scegliere i pullman per compiere tragitti lunghi e scomodi sulla gomma, nonostante la politica delle buone intenzioni per una mobilità sostenibile, o a rivolgersi a viaggi in aereo molto più costosi, almeno per chi se lo può permettere in questi tempi di crisi”.

“Chi conosce bene i treni sa perfettamente che anche i collegamenti Nord-Sud hanno sempre lavorato con altissime frequentazioni, e le difese dei vertici di FS sulla loro scarsa redditività non paiono assolutamente giustificabili.
Sembra oltretutto paradossale abbandonare completamente territori come il nostro dove il trasporto ferroviario ha sempre ricoperto un ruolo fondamentale per il turismo, e per la mobilità degli studenti e dei lavoratori”.

“Non dimentichiamo che il sostanziale dimezzamento dei treni a lunga percorrenza prodotto nell’ultimo quinquennio, che per quest’anno consiste in circa 7 milioni di km treno in meno su 34 milioni totali, ha visto il progressivo ridimensionamento degli organici, confermato dalle recenti dichiarazioni ai mezzi di stampa dell’AD del gruppo FS Mauro Moretti circa la necessità di ricollocare 900 lavoratori dipendenti a livello nazionale attraverso procedure di mobilità geografica e professionale. I primi a farne le spese, subito dopo i viaggiatori, rischiano però di essere sempre gli addetti agli appalti di pulizia e delle attività accessorie, che a causa di un’eccessiva frammentazione dei lotti assegnati con gare al massimo ribasso e spesso senza inclusione della clausola sociale, vedono messo a rischio il proprio posto di lavoro ad ogni cambio orario, ad ogni taglio di risorse pubbliche, ad ogni cambio appalto, con la necessità di ricorrere sempre più frequentemente agli ammortizzatori sociali e con continui ritardi nei pagamenti degli stipendi”.

“Richiediamo una maggiore incisività sui vertici di Trenitalia circa le scelte commerciali e le politiche tariffarie che coinvolgono i treni passeggeri che servono la nostra Regione, sulle scelte strategiche per gli investimenti del Gruppo FS riguardo la manutenzione rotabili di tutti i settori, a iniziare dai merci, e sugli investimenti infrastrutturali, poiché un servizio ferroviario di qualità non può prescindere da forniture adeguate di nuovi materiali e da infrastrutture veloci e moderne” conclude la lettera.