Politica

Tirreno Power: convegno partecipato a Loano con Nan, Vaccarezza e Miceli

Convegno Fli Tirreno Power

Loano. Si è svolto a Loano, nel complesso dei frati cappuccini, il convegno organizzato da Futuro e Libertà su Tirreno Power. Oltre ai referenti di Fli, tra i quali il coordinatore regionale Enrico Nan e provinciale Filippo Marino, hanno partecipato anche il presidente della Provincia Angelo Vaccarezza, il consigliere regionale del Pd Nino Miceli, l’ex consigliere savonese Renzo Briano e Marco Caviglione, medico e consigliere provinciale. L’iniziativa ha riscosso una buona partecipazione.

“Già in campagna elettorale a Savona avevamo espresso le priorità prevalenti in sanità e ambiente. Hanno cercato di migliorare facendo questo accordo tra azienda e Regione, ma questo non significhi che questo tuteli automaticamente i cittadini dal punto di vista della salute” ha detto Enrico Nan.

Il governatore provinciale, invece, ha ribadito la propria posizione: “C’è una delibera regionale che condivido, per come è scritta non per come viene interpretata – ha sottolineato Vaccarezza – E’ una buona delibera, distante da quanto si era detto sotto elezioni ma occorre ora valutare il fatto politico attuale: l’accordo darà lavoro al nostro territorio e tutela ambientale. Come ho detto a Roma in conferenza dei servizi, appoggio questa iniziativa della giunta regionale”.

In base all’accordo Tirreno Power potrà realizzare un nuovo gruppo da 460 MW e ricostruire integralmente, partendo dalle fondazioni esistenti, quelli obsoleti per adeguarli alla tecnologia più moderna. Un investimento complessivo 1400 milioni di euro, una parte dei quali, circa 200 milioni, destinati al settore delle fonti rinnovabili. Oltre 8 milioni di euro le compensazioni previste per la Regione e i Comuni di Vado e Quiliano.

Così Nino Miceli: “Bisognava trovare il risultato più utile per la popolazione, nel doppio aspetto ambientale ed economico. Credo che la delibera sia chiara e non lasci margini di interpretazione. Anzi, prevede una serie di impegni che l’azienda deve onorare sin da subito, dopo di che potrà costruire un primo gruppo nuovo e, quando l’avrà concluso, spegnere uno dei due attuali e avviare la costruzione di un altro; solo a compimento di questo iter, tra 9 anni, un nuovo procedimento valuterà se dare il via o meno al terzo gruppo”.

“La posizione politica è di contrarietà – ha aggiunto Miceli – ma ora il procedimento verrà valutato a fine lavori, tra nove anni, quando ci saranno altre condizioni. E’ chiaro che la posizione del Pd in questo territorio esprima resistenze, nelle località dove il problema è portatore di maggiori tensioni”.