Cronaca

Omicidio Rosa Vivalda, Markja e Dervishi restano in carcere: Riesame respinge istanza

Albisola S. “Gravi indizi di colpevolezza”. Sono quelli che hanno spinto il Tribunale del Riesame a respingere la richiesta di scarcerazione avanzata dai legali di Viktor Markja, 21 anni, ed Eugen Dervishi, di 25, i due albanesi in carcere con l’accusa di aver ucciso Rosa Vivalda Bellino, la pensionata di 88 anni uccisa nel dicembre scorso nella sua abitazione ad Albisola durante un tentativo di furto finito nel sangue. L’istanza era stata presentata dai legali dei due per opporsi all’ordinanza di custodia cautelare, ma non ha trovato il favore del Riesame.

Nel frattempo si attende sempre l’esito degli accertamenti del Ris sul piede di porco sequestrato ai due arrestati. Nelle scorse settimane sul registrato degli indagati, con l’accusa di concorso in furto, era finita anche una ventenne di origine romena, residente nell’Alessandrino e fidanzata di Eugen Dervishi, che quella sera era ad Albisola. Lei aveva ammesso davanti al pm di essere stata ad Albisola quella sera (anche perché a parlare chiaro sono le celle telefoniche che l’hanno ‘agganciata’ in zona proprio nelle ore del furto degenerato in assassinio) ma di essere rimasta in macchina senza sapere che cosa stessero facendo i due. La donna al momento risulta indagata per il furto nell’abitazione e per quello del motorino che i presunti ladri-assassini si sono poi affrettati ad abbandonare.

Secondo quanto ricostruito, dopo aver compiuto il delitto nell’alloggio dell’anziana Dervishi e Markja hanno rubato il motorino proprio nella cittadina del levante savonese, ma distanti dal luogo del delitto, da dove è stata rintracciata la conversazione telefonica, dal tono affannoso, che li ha incastrati, come confermano i riscontri sui tabulati. Una conversazione che risale ad una ventina di minuti prima del furto, rendendo compatibili le stesse tempistiche sul decesso della vittima. Anche la ricostruzione sugli orari appare confermare le accuse a carico dei due albanesi.

Resta ancora da accertare chi dei due ha guidato il motorino fino ad Acqui nella notte del delitto, presumibilmente Viktor Markja. La tesi difensiva avanzata nel corso dell’interrogatorio di garanzia davanti al gip del Tribunale di Savona, ovvero di essere venuti in Riviera solo per rubare un motociclo, però continua a non convincere. Davanti al giudice Florenza Giorgi erano stati proprio Viktor Markja ed Eugen Dervishi ad indicare agli inquirenti il luogo esatto dove ritrovare il Runner 125 rubato quella notte. Ed infatti, quello stesso giorno, il 30 dicembre scorso i carabinieri hanno effettuato il ritrovamento.