Liguria. Al tramonto di lunedì 30 gennaio si conclude in Liguria la stagione di caccia 2011/12, iniziata la terza domenica dello scorso settembre 2011.
Per effetto del vigente calendario venatorio della Regione le persone autorizzate potranno continuare a sparare, nelle province di Genova e Savona, da appostamento e in forma vagante, con carabina munita di cannocchiale di mira, a daini e caprioli (le femmine e giovani dell´anno) sino al 15 marzo 2011.
“E’ comunque il tordo bottaccio la specie che costituisce la preda principale dei cacciatori liguri (220.000 abbattimenti dichiarati nella stagione 2008/09, ultimi dati disponibili). Pendono sula testa della Regione Liguria 3 importanti contenziosi sul tema caccia, su esposto della LAC e di altre associazioni ambientaliste: un ricorso del Governo Berlusconi del 2010 per aver illecitamente consentito sino allo scorso anno la caccia oltre il tramonto (30 minuti oltre il calar del sole, in violazione della normativa statale), prima della retromarcia di quest’anno; un ricorso del Governo Monti del luglio 2011, in quanto il calendario venatorio che regola la stagione di caccia non può essere pluriennale e va approvato con atto amministrativo (e non con legge), affinché sia soggetto al controllo del Governo e della magistratura amministrativa in caso di irregolarità ; una messa in mora (preludio di una procedura di infrazione verso l´Italia) del 20 novembre 2011 da parte della Commissione UE, per la caccia allo storno, specie protetta (nonostante una condanna della Corte di Giustizia UE del 15 maggio 2008 sullo stesso argomento), che ha costretto il Consiglio Regionale a ritirare il provvedimento, già sospeso per un mese dal TAR Liguria” riferisce la Lega Abolizione Caccia.
Secondo la Lac i cacciatori liguri sono passati dai circa 80.00 degli anni ´70 agli attuali 19.000, secondo le elaborazioni più aggiornate del numero dei tesserini venatori rilasciati.
“Purtroppo la nostra Regione continua a raschiare il fondo del barile, aumentando le possibilità di caccia a ridosso dei parchi (con la sparizione delle “aree contigue” riservate ai soli residenti), e riducendo illegalmente da 10 a 3 anni il periodo di divieto venatorio nelle aree boscate percorse dal fuoco”, conclude la Lega Abolizione Caccia.