Ponente. Giuseppe Caruso, 40 anni, originario di Savona ma residente ad Imperia per motivi di lavoro, è uno dei sei arrestati sulle combine tra i dipendenti del Casinò di Sanremo finalizzata ai furti di fiche ai tavoli verdi. Cinque croupier ed un controllore comunale sono finiti in manette.
A porre fine al losco giro d’affari, la scorsa notte, e’ stata la polizia postale, di Imperia, in un blitz scattato all’interno della casa da gioco, che si è concluso con l’arresto dei sei responsabili. Su ordine del gip di Sanremo, a richiesta del procuratore Roberto cavallone, sono così finiti in carcere: i capi tavolo Andrea Baracchini, 60 anni, di Sanremo e Stefano Covatta, 53 anni, di Sanremo; i croupier Luigi D’Armi, 52 anni, di Sanremo; Emiliano Cappello, 33 anni, originario di Imperia e abitante a Sanremo e appunto Giuseppe Caruso, 40 anni, originario di Savona e abitante a Imperia, oltre al controllore comunale, Giuseppe Ricca, 55 anni, originario di Civezza (Imperia), residente a Taggia. Sono accusati di furto aggravato in concorso.
Le indagini, che hanno preso le mosse da una denuncia della presidenza del Casinò, condivisa dall’amministrazione comunale, sono state portate avanti attraverso numerose intercettazioni ambientali e telefoniche e si sono avvalse anche del sistema di videosorveglianza della casa da gioco. I furti avvenivano sia alle roulette francesi che a quelle americane, secondo un sistema ormai ben consolidato, che consisteva in un abile gioco di prestigio da parte del capo tavola che, con la collaborazione del croupier, faceva cadere nel cosiddetto “ficheur” (foro per la raccolta delle fiches di scarto) un certo numero di fiches per un valore, solitamente, di 2.000 euro.
Queste venivano, poi, date al controllore comunale che le rivendeva ai clienti. Quest’ultimi, pero’, non risultano indagati perche’ probabilmente non erano consapevoli della provenienza illecita delle fiches. Sette gli episodi certificati e contestati, molti dei quali avvenivano a distanza di pochi minuti l’uno dall’altro. E’ stato, infatti, verificato che alle 17.09 del 15 novembre del 2011 veniva effettuato un furto di fiches per 2.000 euro, a cui ne facevano seguito un secondo a distanza di circa un’ora. Siamo al 17 dicembre del 2011: alle 21.13 viene commesso il primo furto, a cui ne fa seguito un secondo alle 21.24 e così via, per arrivare al 15 dicembre, quando venticinque minuti dopo la mezzanotte vengono sottratti 2.000 euro. Sette minuto dopo, si verifica il secondo furto. Gli inquirenti sono convinti che in questa maniera siano stati trafugati centinaia di migliaia di euro.
L’ultimo episodio monitorato risale al 31 dicembre scorso, quando vennero sottratte quattro fiches da 500 euro ciascuna. L’addetto alla sicurezza della casa da gioco ha visto un movimento anomalo al tavolo ed è stato fermato subito (come teste) il cliente al quale era stato chiesto dal controllore comunale di acquistare le fiches. Il cliente si è reso disponibile alla consegna controllata e gli inquirenti hanno fotocopiato le banconote che poi sono state consegnate al controllore in cambio delle targhettine di plastica. I croupier potrebbero aver agito indisturbati consapevoli del fatto che per motivi sindacali, le riprese ai tavoli, per contratto, non possono essere utilizzate per procedure disciplinari. Ma gli stessi, probabilmente, non sapevano che quelle riprese potevano, tuttavia, essere utilizzate in un procedimento penale a loro carico.



