Cairo. Il Comitato Ambiente e Salute della Val Bormida non ci sta alle affermazioni dell’ad di Ferrania Giuseppe Cortesi, che aveva parlato di una specie di “crociata ambientalista” contro l’industria.
“Semplice esercizio democratico del diritto alla salute. Diritto che ogni padre di famiglia è giusto che eserciti ogni qualvolta abbia il timore che ci sia pericolo per lo stato di salute suo e dei suoi famigliari. In Valbormida si pensa che è possibile vivere in un mondo salubre, in un mondo dove progresso e benessere vadano di pari passo” si legge in una nota delle associazioni ARE Valbormida, Ass. Progetto Vita e Ambiente e CASV.
“Non vorremmo che addirittura tutte le persone colpite da patologie legate all’esposizione di fibre di amianto che hanno fatto richiesta danni vengano additati come para-crociati contro le industrie, le quali, pur conoscendo il rischio, hanno continuato a far esporre i propri lavoratori (e di conseguenza i relativi famigliari) alle sostanza cancerogene in oggetto. Così come non vorremmo che i dirigenti d’industria condannati per tale motivo venissero indicati come dei martiri”.
“Una domanda: gli operai in cassa integrazione di Ferrania, pagati con soldi pubblici, quale attività produttiva stanno svolgendo? Quali sono i progetti dell’azienda per sviluppare la sua produzione affinché tutti i cassintegrati possano esercitare un’attività produttiva degna di questo nome, oltre che onorevole per la loro qualifica?”.