Cairo. Portare a conoscenza di una più ampia rappresentativa possibile della cittadinanza, le vere problematiche legate al Piano Sanitario Regionale e invitare la direzione sanitaria e gli amministratori pubblici ad intervenire per spiegare come intendono organizzare le cure per i pazienti Valbormidesi. Questi gli intenti del Comitato Sanitario Locale Valbormida che giovedì 19 gennaio alle 21 presso la sala SOMS di Cairo Montenotte hanno organizzato un’assemblea pubblica per discutere sul futuro dell’ospedale di Cairo.
“L’ospedale di Cairo Montenotte, per la sua ubicazione, il più necessario e meritevole di riguardi fra quelli della ASL 2 Savonese, invece, è stato pesantemente maltrattato con tagli che hanno ridimensionato l’impianto annullandone la sua efficienza e avviandolo quindi verso la chiusura per inutilità. Il Comitato Sanitario Locale Valbormida prendendo atto delle disposizioni, dei comportamenti e dell’inerzia da un po’ di tempo palesata dai vertici della Sanità, ha così concluso: la decisione della Direzione Generale ASL 2 Savonese di procedere alla soppressione della Chirurgia Generale è stato un atto di sabotaggio al funzionamento ed all’efficacia complessiva dell’Ospedale di Cairo perché tale reparto con i suoi connessi apparati e figure operative è indispensabile per assicurare la funzionalità di tutti gli altri servizi del Distretto che venendo meno al loro compito, mettono in grave pericolo l’incolumità di 50.000 individui interrompendo un servizio essenziale pubblico. Sia ben chiaro che la Direzione Generale dovrà assumerne la sua totale responsabilità penale, civile e amministrativa;l’introduzione della day surgery non salva l’ospedale” si legge in una nota.
“Inoltre l’ordine di servizio emanato il 22 dicembre scorso dalla Direzione Sanitaria è inattuabile perché nel Distretto non esistono più sufficienti operatori che possono fronteggiare con efficacia e tempestività le evenienze di pronto soccorso in zona disagiata e complessa per la sua morfologia e climatologia e con la esistente carenza di volontari, presso la Pubblica Assistenza, per sopportare gli aggiunti carichi di lavoro nonché in mancanza di un piano preventivo per il trasporto dei pazienti. Anche per questa decisione inopportuna la Direzione Generale e Sanitaria dovranno assumersi le loro complete responsabilità”.
Il Comitato Sanitario Locale ha trasmesso alla presidenza della Regione la nota petizione sottoscritta da oltre 9.000 cittadini del Distretto, relativa al mantenimento e potenziamento della struttura: a tutt’oggi non ha ottenuto alcun cenno di riscontro. “E’ questo un comportamento biasimevole per una istituzione costituzionale eletta democraticamente per dare alla collettività risposte rispettose, trasparenti, eque, giuste e veritiere. L’assessore venga nel Distretto a constatare lo stato della Sanità nel territorio delle Bormide e a far vedere le eccellenze che la Regione e la Direzione dell’Asl2 Savonese hanno apparecchiato a parole e non in modo concreto, pubblico ed ufficiale. Infine, sarebbe utile, prima di adottare nei confronti del Distretto delle Bormide, decisioni così importanti, tenere anche presente che una discreta parte dei beni immobili e mobili di pertinenza distrettuale provengono dal patrimonio e dalle finanze dei Comuni nonché dalle sottoscrizioni dei cittadini la cui proverbiale lungimiranza nonché per la povertà del territorio hanno sempre considerato la salute un bene primario”conclude il Comitato Locale.