Cairo M. Una condanna a sei mesi di reclusione ed una assoluzione. Sono queste le richieste avanzate questa mattina dal pubblico ministero nell’ambito del processo che vede imputati l’ex primario dell’ospedale di Cairo Montenotte, Gian Luigi Dante, e la dottoressa Vilma Ballocco. I medici (il pm ha chiesto la condanna per Dante e l’assoluzione per la Ballocco) devono rispondere dell’accusa di omicidio colposo per la morte di un paziente, A.B. (classe ’69), che era deceduto il 23 settembre 2004 a Milano dopo un ricovero presso il nosocomio cairese di una decina di giorni (dall’11 al 21 settembre).
Nell’udienza odierna, dopo che era terminata la fase istruttoria del procedimento, si è conclusa la discussione con le richieste dell’accusa e le arringhe difensive (l’avvocato Chirò per Dante e gli avvocati Caratti e Badella per la Ballocco). Il giudice ha poi rinviato il procedimento al prossimo 15 dicembre per eventuali repliche e per la sentenza (la parte civile si era invece già ritirata dal processo in quanto i parenti della vittima erano stati risarciti).
Secondo quanto accertato, l’8 settembre del 2004, il paziente, che era già stato operato ed era in cura per un tumore, era arrivato all’ospedale di Cairo lamentando forti dolori addominali. Dopo essere stato visitato dalla dottoressa Ballocco era stato dimesso con una diagnosi che parlava di disturbi allo stomaco. Una volta tornato a casa A.B. aveva però continuato a stare male, così era stato deciso il ricovero. Per l’accusa i medici non si erano accorti che il suo malessere derivava però da una crisi di rigetto (a seguito di un trapianto allogenico di cellule staminali). Solo quando le condizioni peggiorano il paziente allora era stato trasferito Milano, ma la diagnosi corretta era arrivata troppo tardi: dopo pochi giorni l’uomo era così deceduto.