Provincia. “In caso di allerta meteo, il pericolo rimane alto per aree precise del territorio savonese in presenza dei corsi d’acqua esondabili: sono a forte rischio la zona del Maremola a Pietra Ligure, quella del Pora a Finale del Merula ad Andora, mentre a Savona la situazione potenzialmente dannosa è rappresentata dal Molinero, con il suo tracciato sotterraneo, mentre per il Letimbro la sicurezza è maggiore, anche grazie ai recenti interventi, ma resta pericoloso nella ‘zona rossa’ all’altezza delle scuole, ribassata di quota, che tende a fare acqua”. L’analisi è del geologo e delegato della Protezione civile Alessandro Scarpati.
La perturbazione non si è abbattuta sul Savonese come previsto dai bollettini, riversandosi con maggior vigore in zona genovese, ma permane il livello di attenzione. “La previsione meteo potrebbe concretizzarsi con un ritardo di 12 o 24 ore, perché ora sono in atto piogge torrenziali in Costa Azzurra – prosegue Scarpati – Quindi occorre prestare attenzione sino a domenica. In ogni caso il problema di fondo riguarda, come è noto, la prevenzione. Anzitutto c’è una problematica sulla mancata manutenzione dei versanti montani. In tutto il Savonese, infatti, ci sono porzioni collinari abbandonate”.
“Muri a secco e fasce degradate possono diventare e proprie ‘bombe’ – aggiunge il geologo – E’ dunque necessario pulire gli alvei e mantenerli sotto controllo e, tendendo il territorio montano in buone condizioni, evitare che il materiale vada ad occludere il fondo valle e i letti dei torrenti. Da questo punto di vista, anche alla luce di una pubblica amministrazione con sempre meno risorse, occorre emettere ordinanze che impongano ai privati la necessità di tenere puliti i terreni e stabili i muri”.
“I frontisti dei corsi d’acqua devono tenere sicuri i loro fondi, mentre le amministrazioni devono assicurarsi della pulizia degli alvei urbani e periurbani, ma anche della manutenzione spicciola per il deflusso urbano, dai tombini alle cunette di scolo” specifica Scarpati.
“I piani di bacino rimangono uno strumento fondamentale per fare prevenzione, visto che si traducono in piani di emergenza per la Protezione civile – osserva il geologo – Poi, ulteriore tassello è quello dell’informazione ai cittadini, affinché siano preparati a gestire potenziali circostanze di emergenza. E’ necessario che venga realizzata un’informazione capillare ai cittadini che abitano sotto piano strada e in fascia esondabile”.