Savona. Era accusato di sfruttare due giovanissime romene, una delle quali incinta di sei mesi, facendole prostituire in mezzo alla strada. I rapporti con i clienti si consumavano in piazzali o parcheggi bui e isolati e al resto (questo sostenevano gli investigatori) pensava un albanese, Kobeta Festim, 23 anni, che nel febbraio scorso era infatti finito in manette con le accuse di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione. Stamattina l’uomo (difeso dall’avvocato Alpicrovi), davanti al giudice Emilio Fois, ha patteggiato due anni di reclusione e duemila euro di multa (pena sospesa).
All’albanese veniva contestato di aver sfruttato due ragazze romene che si sarebbero prostituite ad Albenga, Savona e Genova. In questo caso non c’erano case squillo e nemmeno appartamenti affittati da prestanomi. Tutto avveniva per strada. Le ragazze aspettavano i clienti sull’Aurelia nel (solito) tratto fra Ceriale e Albenga oppure a Genova nei pressi della stazione Principe. Venivano avvicinate dai clienti, concordavano il prezzo della prestazione che poi consumavano nelle vicinanze. Gli incontri avvenivano anche a Savona. Dalle indagini sarebbe infatti emerso che in alcune occasioni le ragazze si erano prostituite anche nella città della Torretta con clienti indicati di volta in volta dall’albanese.
Dall’indagine su Kobeta Festim aveva preso le mosse poi l’arresto, il mese seguente, di un suo connazionale che per gli investigatori era un suo complice. Si tratta di Artan Tobli, 25 anni, che era finito in carcere su ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Savona per i reati di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione in concorso. Anche Tobli, assistito dall’avvocato Marchisio, stamattina ha patteggiato. La pena per lui è stata di un anno e otto mesi di reclusione e mille euro di multa.