Cronaca

Caso firme false, udienza in corso a Palazzo di Giustizia: il 6 dicembre pronunciamento sui rinvii a giudizio

vaccarezza

Savona. Si è conclusa la mattinata di discussione sul caso delle firme false alle elezioni provinciali del 2009 e che vede tra gli indagati anche l’attuale numero uno di Palazzo Nervi, Angelo Vaccarezza. L’udienza riprenderà alle ore 15.

Questa mattina il pm ha confermato le richieste di rinvio a giudizio e il pomeriggio sarà dedicato alle arringhe dei difensori, chiudendo quindi la fase dibattimentale prima della decisione del giudice.

Intanto è stata già fissata la data della prossima udienza: il 6 dicembre, giorno in cui il gup, Donatella Aschero, si pronuncerà sulle richieste di rinvio a giudizio.

Oltre a Vaccarezza sono coinvolti altri esponenti del Pdl: Angelo Barbero, all’epoca dei fatti coordinatore elettorale del Pdl, Guido Lugani (coordinatore giovanile provinciale e vicepresidente di Ecoalbenga), Teresiano De Franceschi, medico e primo dei non eletti in Consiglio provinciale per il Pdl nel collegio Albenga 1, Mauro De Michelis, ex coordinatore pdl di Andora, Roberto Schneck (neo assessore provinciale ed ex vicesindaco di Albenga), Bruno Robello De Filippis (capogruppo Pdl in Consiglio comunale ad Albenga e consigliere con delega a Cultura e società partecipate), Gianfranco Sasso (vicepresidente del Consiglio provinciale) e i militanti Marco Paniccia (il cui procedimento è stato riunito la settimana scorsa con quello degli altri dopo uno stralcio per difetto di notifica) e Cosetta La Mantia. Per loro le accuse (in concorso ed a vario titolo) vanno dall’avallo irregolare delle liste di candidati, alla falsificazione delle firme dei presentatori.

Nell’ultima udienza celebrata il giudice aveva autorizzato la costituzione di parte civile del Pd ed aveva stralciato la posizione di Fiammetta Cogliolo, indagata per false dichiarazioni davanti al pm (aveva sostenuto di non aver mai portato alla tipografia le liste da ristampare). Il suo difensore Antonino Chirò aveva infatti richiamato l’articolo 371 bis del codice penale secondo cui, nel caso di false dichiarazioni al pm, il procedimento va sospeso fino alla sentenza di primo grado del procedimento nel corso del quale vennero assunte le informazioni contestate (e cioè appunto l’inchiesta sulle firme). Tesi che era stata accolta dal giudice Aschero.