Varazze. “E così, dopo 157 anni di storia e di successi, il marchio Baglietto abbandona Varazze, le sue radici e la sua anima”. Inizia così lo sfogo di Pietro Scartezzini della Rsu dei cantieri varazzini in seguito alla notizia della firma del contratto per il passaggio del Cantiere Baglietto della Spezia al gruppo Gavio.
“La regione applaude e il ragionier Galantini si compiace per la vendita del marchio e del cantiere di La Spezia ed entrambi lodano come grande successo quella che in realtà è una disfatta. Un anno e mezzo è passato tra false promesse, inutili trattative, acquirenti veri e presunti, progetti faraonici e inettitudine. Un anno e mezzo di ansie e fatiche, sacrifici e rinunce da parte dei lavoratori e delle loro famiglie che ancora oggi, nonostante l’esultanza delle istituzioni regionali e del liquidatore, ignorano quale sarà il loro futuro lavorativo appeso nuovamente a parole e rassicurazioni del liquidatore ormai prive di valore perché sentite e ripetute troppe volte e in troppe occasioni” prosegue Scartezzini.
“Galantini e le istituzioni hanno fallito miseramente l’obiettivo minimo di conservare sul territorio un gruppo forte, con un marchio famoso e due siti produttivi complementari capaci di garantire lavoro a centinaia di persone. Ci troviamo di fronte ad una svendita ottenuta con uno smembramento insensato e ingiustificato che ha portato il marchio Baglietto a perdere la sua anima e il suo valore. Baglietto non è solo un simbolo che si può attaccare a qualsiasi prodotto, è un insieme di professionalità, amore e dedizione che solo il cantiere di Varazze e le sue maestranze possono portare avanti e trasmettere, perché cresciute nella consapevolezza di partecipare alla realizzazione di un prodotto unico, portatore di valori inimitabili e inalterati da oltre 150 anni. Che valore ha una Ferrari, se non è prodotta a Maranello? Semplicemente nessuno perché non sarebbe una Ferrari” osserva ancora il membro della Rsu dei cantieri Baglietto di Varazze.
“Tuttavia proveranno a far credere che nulla sia cambiato, che le barche, prodotte senza alcun collegamento con Varazze, sono un’eccellenza italiana sviluppata in 150 anni di storia anche se mai hanno visto l’archivio con un secolo e mezzo di disegni, dai gozzi in legno, alle barche da regata, dai motoscafi degli anni sessanta, ai primi grandi yacht in alluminio. Nel contempo, nel silenzio generale, Varazze perde il suo simbolo più pregiato. Un simbolo unico che ha fatto conoscere il nome di Varazze nel mondo. Speriamo che vengano altri, con nomi nuovi e prodotti ottimi, che garantiscano lavoro e produzione, ma nessuno potrà mai uguagliare ciò che Baglietto è stato per Varazze: ha dato lavoro a centinaia di persone, rappresentato un’eccellenza invidiata in tutto il mondo e un elemento distintivo della città”.
“Più volte abbiamo espresso la nostra ansia di perdere il marchio e più volte le nostre grida sono state ignorate. Avremmo dovuto trovare una platea più pronta ad ascoltare. Tra poco verranno a rimuovere dal cantiere il nome e il simbolo che da sempre lo distinguono nel panorama varazzino. Sarà un giorno triste per molti e una perdita per tutti” spiega Scartezzini che prosegue: “Fino ad ora la gestione della vicenda da parte di Galantini è stata disastrosa. Non ci rimane che lavorare per una soluzione che, quanto meno, mantenga la produzione di nuovi yachts, e consenta la completa ripresa produttiva e occupazionale del cantiere. Questi è l’obiettivo che ci poniamo oggi ed è su questi che misureremo l’affidabilità e la credibilità residua di Galantini e la disponibilità e l’impegno delle istituzioni”.
“Ringraziamo – concludono dalla Rsu aziendale -, in questo triste frangente, gli oltre mille firmatari della petizione, consegnata al presidente Burlando, cha hanno dimostrato attenzione e interesse per la situazione del cantiere”.