Andrea Oliveri, presidente del Comitato antiparco del Finalese: “Le multinazionali ambientaliste nascondono interessi milionari”

Andrea Oliveri, Finale Ligure

Finale Ligure. Nuovo presidente alla guida del “Comitato antiparco del Finalese”: è Andrea Oliveri, albergatore di Varigotti, affiancato da un direttivo connotato da nuovi arrivi. “Esistono valide alternative al parco del finalese se si vorranno considerare gli agricoltori e i grandi e piccoli proprietari terrieri del nostro entroterra attori protagonisti dello sviluppo territoriale” osserva il neo presidente, guardando ad un ampliamento degli obiettivi del sodalizio.

“Siamo fortemente motivati a dare seguito al grande lavoro portato avanti dalla presidente Marina Mendaro che mi ha preceduto – spiega – e già dalle prime battute ho la sensazione che questo nuovo corso si muoverà con uno spirito costruttivo. Non mi stupirei se nell’immediato futuro il Comitato antiparco del Finalese volesse integrare il proprio nome con qualcosa di più attinente a ciò che è sempre stato nella nostra volontà: proteggere e sviluppare il nostro meraviglioso territorio”.

“Come Comitato antiparco del Finalese – dice Oliveri – vogliamo dare un contributo positivo a questa discussione con maggior precisione di ciò che è stato detto sin qui, soprattutto da parte di qualche politico di nicchia che ha dato notizie non dettagliate e usando il solo metodo della distruzione delle opinioni altrui. Non si può dire che l’eventuale parco del Finalese interesserebbe solo il Comune di Finale Ligure o limitate zone di esso, ma l’area è ben più ampia e comprende i Comuni di Finale, Noli, Spotorno, Borgio Verezzi, Calice Ligure, Vezzi Portio e Orco Feglino”.

Prosegue il presidente del Comitato: “Quando si tacciano altre persone di fare terrorismo perché parlano di limitazioni che il parco porterebbe, non si può rispondere solo dicendo che tutto ciò che dicono è falso, indicando genericamente gli enormi vantaggi che ne deriverebbero, ma si deve parlare di articoli precisi inerenti la legge quadro nazionale sui parchi n. 394 del 06/12/1991 che sono… Art. 13/1-2: Il rilascio di concessioni o autorizzazioni è sottoposto al preventivo nullaosta dell’ente parco ed è ammesso il ricorso anche da parte di Associazioni di protezione ambientale. Art. 15/1: L’ente parco può prendere in locazione immobili mediante espropriazione o l’esercizio del diritto di prelazione. Art. 15/5: L’ente parco ha il diritto di prelazione sulla vendita della proprietà e dei diritti reali sui terreni. Art. 25/2 Il piano per il parco sostituisce ad ogni livello i piani paesaggistici, i piani territoriali o urbanistici. Art. 32: Nelle aree contigue le aree protette, le regioni d’intesa con gli organismi di gestione delle aree stesse stabiliscono programmi ove occorre intervenire per assicurare la conservazione dei valori delle aree protette stesse.
Oppure l’Art. 24 della legge regionale Liguria 12/1995 che dice che l’ente parco può attuare forme di intervento sostitutivo con oneri a carico dei proprietari. Tutto ciò può far piacere a chi considera la proprietà privata un inutile orpello, ma che inevitabilmente si scontra con la costituzione italiana e con chi possiede dei terreni, forse ereditati da generazioni e che ha con essi un rapporto che va oltre il semplice possesso”.

“Da un anno viene portato avanti il progetto delle ‘Tre Terre’ senza dubbio di valore per le proposte fatte e per la caratura dei firmatari: su questo vorremmo porre l’accento. Se il nostro territorio da tutti tanto apprezzato si è conservato così sino a oggi è merito anche di chi, non solo nel periodo estivo, in questa splendida ma difficile realtà ci vive e ci lavora tutto l’anno da generazioni. Si auspica quindi da parte dei promotori, oltre alla eliminazione dell’articolo del loro manifesto riguardante la creazione di un parco, senza la quale sarà difficile collaborare, un maggior contatto con gli abitanti, ma soprattutto con i proprietari dei terreni dell’area interessata” dichiara Andrea Oliveri.

“Ci vogliamo rivolgere anche ai promotori locali del parco, convinti della loro buona fede, ai quali però vogliamo ricordare che i parchi nascondono una fonte di guadagno quantomeno dubbia attraverso la piantumazione di alberi, grosso affare per se stesso sotto il controllo di Legambiente, soprattutto per la conseguente possibilità di commerciare ‘Carbon Credit’ o certificati di credito di emissione di CO2, vendibili in tutto il mondo, affare da decine di milioni di euro, che unisce Legambiente a grandi gruppi dell’energia e della finanza – è l’affondo di Oliveri – Speriamo che questo possa far sorgere qualche dubbio anche a loro circa l’opera di queste multinazionali ambientaliste per convenienza soprattutto alla luce del credito riportato dal migliaio di iscritti al nostro comitato, numero che pensiamo sia destinato a crescere, perché convinti che solo con la partecipazione si possano ottenere dei risultati e non far passare sopra la testa della gente progetti che sbandierano un beneficio comune tutto da dimostrare che in altre parti è già stato un completo fallimento”.

“Il nostro comitato sarà da qui in avanti promotore di varie iniziative non solo atte a contrastare la costituzione del parco del finalese e di contatti con le varie amministrazioni locali, provinciali e regionali, in maniera che sia messo in programma il no al parco, come tra l’altro già fatto dalla giunta Richeri a Finale Ligure, ma si adopererà anche in modo che in futuro su questo territorio vengano impegnati capitali e spese energie per la valorizzazione dello stesso e delle sue imprese. Oltre a incontri convegni, riunioni, manifestazioni socio-culturali e sagre, sarà anche aperto un sito internet in maniera da poter essere contattati da chiunque lo desideri. Perché l’unica vera modalità per salvaguardare l’ambiente che ci è toccato in sorte è la tutela, ma soprattutto il rispetto di coloro che in questo angolo di paradiso ci vivono e ci lavorano da sempre” conclude il presidente del Comitato antiparco del Finalese.