Pietra. “Sono totalmente estraneo alla vicenda, non ricordo di aver parlato con questa donna e comunque non è nel mio linguaggio dire cose del genere e su temi così delicati non avrei mai scelto la via del silenzio”.
E’ amareggiato Don Fusta, il parroco di Pietra Ligure che ieri ha ricevuto dalla Procura della Repubblica la notifica di iscrizione nel registro degli indagati per aver coperto una storia di presunti abusi su una bimba che frequentava la chiesa.
La vicenda risale al 2006 dopo che una parrocchiana aveva sporto denuncia raccontando che la figlia le avrebbe rivelato di particolari attenzioni e carezze ricevute da un diacono della parrocchia. La donna si sarebbe rivolta a Don Fusta e secondo quanto riferito dalla stessa, il prete le avrebbe consigliato di tacere perché altrimenti avrebbe commesso un grave peccato.
Raggiunto al telefono da IVG.it Don Fusta ci tiene a ribadire che “non si tratta di un prete o di un diacono né tanto meno di una persona di chiesa che vive a Pietra; la parrocchia non ha nulla a che fare con questa vicenda. Sono già stato sentito anni fa e sono molto amareggiato che questa storia non si sia ancora conclusa”.
Intanto stamane per le vie del centro di Pietra non si parla d’altro, in molti si chiedono se la storia sia fondata o meno ma soprattutto tra le chiacchiere da bar è “caccia all’uomo”.
In molti infatti fanno ipotesi su chi possa essere il presunto molestatore e pare che tra le voci più accreditate i pietresi puntino il dito verso un uomo di Alassio che gestisce un bar a Pietra Ligure.
Intanto a pochi giorni dalla condanna in appello del parroco Don Luciano, a sette anni e otto mesi di reclusione per abusi sessuali su una bambina di 12 anni, un altro macigno scuote la diocesi di Albenga Imperia. Dopo Alassio a finire nel mirino, la chiesa di Pietra Ligure con una vicenda dai contorni ancora tutti da chiarire.