Andora. Tre anni e mezzo per diagnosticarle il morbo di Crohn, dopo che all’ospedale di Imperia le avevano detto che era affetta da celiachia, mentre altri medici l’avevano invitata a rivolgersi a uno psicologo nella convinzione che soffrisse di disturbi psicosomatici.
Lei è una ragazza di 17 anni di Andora, che con la madre ha attraversato e sta ancora attraversando un incubo, che ha avuto inizio nel 2008. E’ stato allora che la giovanissima studentessa ha iniziato ad accusare forti dolori allo stomaco e alla pancia. Da quel giorno è iniziata la lunga e interminabile trafila di medici e specialisti.
Dal dottore di famiglia si sono rivolti successivamente ad esperti di tutta la Liguria ma anche di fuori regione. Tutti hanno detto la loro, nessuno, tuttavia, ha azzeccato la prognosi: morbo di Crohn. Quella famigerata patologia intestinale cronica, che colpisce sempre più giovani.
“Non voglio fa causa a nessuno – spiega la madre della giovane, disperata – ma voglio soltanto lanciare un appello ai medici, affinchè prendano più a cuore la salute dei loro pazienti. Abbiamo vissuto un incubo ed è stato merito di alcuni dottori dell’ospedale Galliera di Genova, se finalmente, in noi, si sono riaccese le speranze”.
Ad Imperia, i medici le avevano diagnosticato la celiachia, ovvero l’intolleranza al glutine. “Un altro dottore – dice ancora la madre – l’ha mandata in meno pausa per quattro mesi, sospettando che si trattasse di endometriosi”.