Cronaca

Videopoker, appropriazione indebita: condanna per Sauro Durando

aula tribunale

Val Bormida. In attesa degli sviluppi dell’inchiesta relativa all’operazione “Gambling”, questa mattina in Tribunale a Savona è arrivata la condanna nei confronti di Sauro Durando, 53 anni: un anno a quattro mesi di reclusione e 900 euro di multa. L’accusa: appropriazione indebita. Stessa condanna nel procedimento anche a carico del secondo imputato Andrea Cazulini, 37 anni, di Savona. Entrambi sono statyi difesi dall’avvocato Pietro Castagneto.

Secondo il quadro accusatorio emerso i due, in qualità di titolari della società “Bar Games di Cazulini Andrea s.n.c. si sarebbero intascati una somma di circa 483 mila euro, incassati dai propri clienti per le giocate effettuate, ma senza la comunicazione alla società telematica del gioco lecito, la “G. Matica srl” di Roma, rappresentanta da Luca Contiello, omettendo anche il materiale accessorio attinente alla regolare connessione per le giocate, cavi, connettori ed antenne. A carico dei due imputati anche le aggravanti del danno patrimoniale di rilevante entità e di aver commesso il fatto per abuso di prestazione d’opera.

Dalla denuncia presentata dalla parte civile si è arrivati oggi alla conclusione del procedimento, dal quale si sarebbe originata l’operazione “Gambling” condotta da carabinieri e guardia di finanza, che aveva portato all’arresto del 53zenne di Cengio e al sequestro della ditta A.M.S. Video Srl che aveva la gestione e della distribuzione delle macchinette videopoker in Liguria e nel basso Piemonte, situata a Millesimo. I sigilli erano stati disposti al temine di una serie di accertamenti fiscali durante i quali era stato dimostrato che la ditta era in realtà un braccio della “Bar Games”.

La guardia di finanza di Savona ha accertato che la A.M.S. Video avrebbe sottratto alla società concessionaria ingenti somme del cosiddetto “prelievo unico erariale” spettante per le attività slot machine sottoposte a Monopolio di Stato. Tra gli indizi che avevano portato i finanzieri e i carabinieri a smascherare l’attività illecita, l’alto tenore di vita condotto dallo stesso Durando che utilizzava spesso dei prestanome negli “affari” di famiglia. Durando, ad esempio, si era costruito all’interno del capannone (commettendo pure un abuso edilizio), un lussuoso appartamento di 300 mq con tanto di vasca idromassaggio e comfort a cinque stelle.