Salvataggio del segugio Dea: per aprire un varco si usano microcariche esplosive per raggiungere l’animale

Albenga. Continua a lottare Dea. Per tutta la mattina non ha smesso di abbaiare facendo leva sulle poche forze rimaste dopo cinque giorni di prigionia trascorsi in quel profondo buco che l’aveva tanto incuriosita da spingerla sempre più giù fino a trasformarsi in una pericolosa trappola dalla quale non è più riuscita ad uscire. Stamane sono riprese in Regione Campore, a Campochiesa d’Albenga le operazioni di recupero per salvarla. Questa mattina è giunto sul posto il Soccorso Alpino e Speleologico, integrato dai disostruttori che con le loro meticolose operazioni cercheranno di liberare il cane finito intrappolato in una tana di un tasso da mercoledì scorso.

“Abbiamo preso con noi Dea circa tre mesi, le siamo molto affezionati, siamo una famiglia che ama molto gli animali e speriamo che questa brutta avventura possa avere un lieto fine. Stamane siamo riusciti a scavare altri cinque metri accorciando ancora la distanza che ci divide dal cane” ha riferito il padrone Corrado Parodi.

Per cercare di rompere il blocco di roccia di 250 quintali che divide il varco per raggiungere l’animale verranno fatte esplodere delle micro cariche di esplosivo.

Sul posto stanno operando i vigili del fuoco, il personale di Aina (l’Associazione Internazionale Nucleo Ambientale) di Boissano, i carabinieri e la polizia municipale di Albenga, Enpa e numerosi volontari.

Un’interra comunità in ansia per le sorti di questo piccolo segugio che non vede l’ora di poterlo nuovamente riabbracciare.

Foto di Pietro Parodi.