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Paziente morì dopo operazione, primario di chirurgia di Cairo a giudizio: il 5 dicembre saranno sentiti i primi testimoni

Savona Tribunale

Savona. Si è aperto questa mattina, in tribunale a Savona, il processo che vede imputato, per la morte di una paziente, il dottor Andrea Piccardo, primario del reparto di Chirurgia dell’opedale di Cairo Montenotte dove la donna fu operata. Questa mattina sono stati concordati nomi dei primi testimoni che saranno chiamati a deporre in aula il prossimo 5 dicembre.

Il primario cairese è stato rinviato a giudizio per la morte di Rosa Pera Moraglio, che nel febbraio 2009, a 67 anni, morì il giorno seguente ad un intervento chirurgico. L’inchiesta aveva preso le mosse da un’esposto della famiglia della donna (che ora si è costituita parte civile). Secondo quanto accertato all’epoca del fatto, quando erano state sequestrate le cartelle cliniche e la Procura aveva aperto un fascicolo, la donna, che era pensionata ed abitava a Cairo, morì il giorno successivo ad un’operazione per asportare una cisti al rene. Era stato lo stesso primario del reparto Chirurgia, il dottor Piccardo, a chiedere alla direzione sanitaria dell’Asl l’autorizzazione per far eseguire l’autopsia allo scopo di “appurare le cause della morte”. A quel punto però i familiari, che inizialmente non volevano che fosse eseguito l’esame autoptico, si erano rivolti ad un legale (gli avvocati Amedeo Caratti e Massimo Badella) ed avevano presentato l’esposto ai carabinieri.

I problemi per Rosa Pera Moraglio erano iniziati il 27 gennaio 2009 quando la paziente si era presentata al Pronto soccorso del nosocomio cairese per “sanguinamenti dal retto e un grave deperimento organico”. Secondo i medici, dagli esami clinici, era emerso che l’emorragia era dovuta ad un eccesso di anticoagulanti che la donna assumeva da diversi giorni a casa. I sanitari inoltre avevano riscontrato che era presente una cisti al rene sinistro per cui, dopo averne parlato con la paziente, si era deciso di intervenire chirurgicamente. Lunedì 2 febbraio la paziente era stata sottoposta ad una laparoscopia: “Ci siamo trovati di fronte ad una cisti del diametro di 20 centimetri – aveva spiegato il dottor Piccardo – per cui non potendo aspirarla a causa delle dimensioni, abbiamo effettuato quella che nel gergo medico viene definita un’’apertura di servizio’, un taglio”. Dopo l’intervento la pensionata era stata trasferita in reparto dove il decorso post operatorio sembrava trascorrere senza complicazioni. All’alba però la tragedia: il cuore della donna improvvisamente aveva smesso di battere e lei era passata dal sonno alla morte. Il dottor Piccardo si è sempre difeso dicendo di aver agito per il bene della paziente: “Se ritenessi di avere delle responsabilità non avrei certo richiesto l’autopsia”.

Il processo a carico del primario cairese, che deve rispondere dell’accusa di omicidio colposo, riprenderà quindi il prossimo dicembre quando in udienza saranno ascoltati proprio i parenti di Rosa Pera Moraglio.