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Mamma accusata di abusi e violenze psicologiche sul figlio: pm chiede 9 anni

tribunale Savona

Savona. Un totale di nove anni di reclusione. E’ questa la richiesta avanzata questa mattina dal pm nell’ambito del processo che vede a giudizio una mamma che deve rispondere dell’accusa di maltrattamenti in famiglia e di violenza sessuale sul figlio, oggi diciassettenne, che all’epoca dei fatti aveva tra i sei e i dieci anni. Per la prima accusa il pm ha chiesto due anni, mentre per la seconda sette. Il processo, che si svolge a porte chiuse, ormai va verso la conclusione: il Collegio dei Giudici del Tribunale l’ha rinviato al prossimo 26 ottobre per terminare la discussione.

Gli abusi si sarebbero consumati a Cairo Montenotte (il Comune si è infatti costituito parte civile con l’avvocato Luigi Gallareto) dove l’imputata, una 44enne, madre di due figli, vive con il marito e il figlio maggiore. L’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Alessandra Coccoli, era partita da una segnalazione dei servizi sociali del Comune: le assistenti avevano raccolto le confidenze del ragazzo che era poi stato così allontanato da casa e affidato ad una comunità. Racconti frammentari che parlano di violenze psicologiche in famiglia (ma alle quali il padre e il fratello sarebbero stati estranei) e di punizioni corporali che, talvolta, sarebbero sfociate in attenzioni di tipo sessuale. Questa, almeno, l’ipotesi d’accusa che la donna respinge nel modo più assoluto, sostenuta anche dal marito.

“In passato ci possono essere state incomprensioni e rapporti tesi con il figlio – aveva spiegato dopo il rinvio a giudizio l’avvocato Andrea Argenta che difende la donna –, ma a nostro avviso nulla che sostenga la tesi dell’accusa. Ritengo che anche l’incidente probatorio con la deposizione del ragazzo confermi l’inconsistenza delle prove dell’accusa. Per questo la mia cliente ha scelto la strada più difficile e rischiosa del dibattimento, invece di accettare un patteggiamento o un rito abbreviato”.