Savona. Dopo il figlio ed il marito, questa mattina, è toccato anche a lei presentarsi davanti al giudice per le indagini preliminari Fiorenza Giorgi per essere interrogata. Silvia Ravera, indagata a piede libero nell’ambito della recente inchiesta dei Nas che ha stroncato un vasto giro di anabolizzanti a Savona, ha così potuto chiarire la sua posizione. Nell’inchiesta, coordinata dal pm Giovanni Battista Ferro, erano finiti in manette il marito della donna, Natale Gagliano, ed il figlio Andrea.
Questa mattina Silvia Ravera, accompagnata dal suo difensore, l’avvocato Bruno Fabio Celentano, ha negato gli addebiti ed ha spiegato che era estranea all’attività del figlio e del marito. “Ogni tanto andavo in negozio per fare le pulizie ed è capitato che mettessi delle firme sulle cartoline dei pacchi oppure delle raccomandate, ma non partecipavo alla gestione delle loro attività” sarebbe il senso delle dichiarazioni rese dalla donna. Anche l’avvocato Celentano ha ribadito questo concetto: “La mia assistita ha spiegato di non sapere nulla della vicenda”.
Silvia Ravera era co-intestataria di un conto con il marito dal quale sono partiti pagamenti per gli anabolizzanti, ma questa non sarebbe, almeno per la difesa, una prova sufficiente a dimostrare il suo coinvolgimento. Nei prossimi giorni il legale della donna presenterà al pm una memoria nella quale chiederà l’archiviazione della posizione della sua assistita. Contestualmente il difensore dovrebbe avanzare la richiesta di patteggiamento per Natale Gagliano (attualmente ai domiciliari).
Gagliano era finito in manette ai primi di luglio con la moglie (subito scarcerata) ed il figlio Andrea, 35 anni, (tuttora in carcere a Genova). Era stato lui ammettere di avere in alcune occasioni ritirato pacchi per conto del figlio e di aver fatto un paio di consegne di merce ad alcuni clienti. Sempre lui aveva anche scagionato la moglie (“Lei non sapeva nulla”).