Andora. Spirito bipartisan e determinazione tra i sindaci che si sono riuniti a Palazzo Tagliaferro, ad Andora, su convocazione del direttivo di Anci Liguria. Voce in coro per il canto dell’inno nazionale, poi l’apertura della riunione straordinaria. Tutti con l’obiettivo di contrastare la manovra economica, giudicata come il colpo di grazia per le autonomie locali. A coordinare la sessione il sindaco di casa Franco Floris, presidente della commissione finanze dell’Anci, alla presenza del segretario regionale Pierluigi Vinai, con la partecipazione attiva di numerosi amministratori dalle province di Savona e Imperia.
In particolare, l’Associazione Nazionale Comune Italiani presenterà un ricorso alla Corte Costituzionale sugli articoli 4 e 16 del testo, cioè quelli che che obbligano le amministrazioni locali alla dismissione delle società partecipate e che intervengono sull’organizzazione istituzionale dei piccoli Comuni. “Il ricorso alla Corte Costituzionale è una delle forme di mobilitazione che attueremo nei prossimi giorni per contestare, gli articoli sulla dismissione delle partecipate e sui piccoli enti che, così come redatti, arrecherebbero un danno incalcolabile e, in particolare, farebbero morire i piccoli municipi” osserva Floris, che precisa: “Noi sindaci non siamo contestatori né difendiamo la casta o la poltrona. Siamo qui per dire che la manovra è necessaria, ma così come configurata è iniqua”.
“Questa azione del governo – prosegue il primo cittadino – colpisce e mette in ginocchio i soliti, i più deboli, mentre le corporazioni restano sempre intoccate. I Comuni hanno 40 miliardi che potrebbero spendere: facciamo in modo che queste risorse si sblocchino e si trasformino in investimenti per far crescere il Paese. C’è bisogno di attivare un circolo virtuoso per l’economia. Il sistema del patto di stabilità assommato ai tagli lineari sta soffocando i Comuni e per primi i piccoli, che non ce la fanno più. Gli amministratori saranno obbligati ad aumentare le tasse, tagliare i servizi e i contributi, compiere atti drastici. E’ un errore, in un momento così delicato, non pensare alla crescita”.
L’appello degli amministratori, secondo Floris, è semplice: “Vogliamo dare i servizi e migliorali, lasciatecelo fare, perché siamo difensori dei servizi”. “Ho convocato a Roma la commissione finanza dell’Anci per formulare risposte serie alla manovra – spiega ancora il sindaco andorese – Al posto del patto chiediamo la norma sul debito. Chiediamo anzitutto, in prima istanza, che il patto di stabilità non sia esteso ai Comuni dai 1000 ai 5000 abitanti, perché sarebbe sciagurato; piuttosto per loro si applichi una manovra per il contenimento della spesa”. “Le nostre proposte – conclude – sono propositive, sta al governo saperle cogliere”.
Antonino Oliveri, coordinatore della Consulta Anci Piccoli Comuni Liguria, ribadisce: “Il ricorso alla Corte Costituzionale è una delle iniziative messe in campo dall’Associazione in quanto riteniamo questa manovra lesiva di alcuni principi importanti delle autonomie comunali. Oggi alcuni Comuni hanno chiuso l’ufficio anagrafe in segno di protesta, in segno simbolico, sì, ma per fa comprendere ai cittadini cosa significa la privazione dei servizi”.
“I piccoli enti sono quelli più gravemente penalizzati – aggiunge Oliveri – Certo, vincoli e tagli fanno soffrire tutto il comparto, ma gli enti sotto i mille abitanti subirebbero gravi effetti, perché il sindaco perderebbe molte delle sue prerogative. Se l’obiettivo è ridurre i costi della politica e limitare la spesa pubblica, colpire i piccoli Comuni porterà solo risparmi irrisori; per contro andrà a privare il territorio di un presidio importante: parliamo di superfici spesso enormi con problemi di carattere ambientale, con ripercussioni a valle”.

































