Savona. “Non capisco perché facciano il Giro della Padania da queste parti”. A dirlo è il segretario provinciale del Pd, Livio Di Tullio, che commenta l’inglusione di Laiguegli e Loano, rispettivamente come arrivo e partenza, per il tour. “Sono combattuto tra i doveri di ospitalità e di solidarietà che come ligure e savonese ritengo di avere verso gli appartenenti ad un altro Paese… romeni, marocchini, tunisini, padani… insomma tutti, ed il fatto che io mi sento soprattutto italiano prima che ligure e savonese e che quindi non mi pare di far parte della Padania – dice ironicamente Di Tullio – Di conseguenza non capisco perché il giro lo facciano da queste parti. Non vorrei che li avesse informati male l’assessore al Turismo della Provincia. Escludendo l’inglese, che non praticano, magari uno parla in italiano l’altro gli risponde in padano. Va a sapere che casino viene fuori”.
“La gara, organizzata dai leghisti piemontesi, partirà dove il Bossi preleva l’acqua del Po: il che la dice già lunga sulla crisi del nostro Paese. Piemontesi che celebrano l’acqua invece che il vino…” osserva Di Tullio. “Ma di una cosa son certo – aggiunge – Qui la Padania non c’è. Qui siamo in Italia”. Quindi l’appello a iscritti, elettori e simpatizzanti del Pd, esteso a tutti i cittadini: “Presentiamoci al passaggio della corsa con le bandiere italiane, segnaliamo ai cicloamatori verdi che semplicemente hanno sbagliato strada. Sono certo che si accorgeranno dell’errore e il prossimo anno, vedrete, andranno da qualche altra parte”.
“Infine, se la trovo, mi presenterò con la maglia della Nazionale Italiana di Rugby che l’11 settembre gioca la prima e durissima partita del mondiale contro l’Australia. La nostra Nazionale è composta da italiani autoctoni e stranieri naturalizzati. Si batteranno insieme. E’ la fotografia del futuro del nostro Paese. Italiani per nascita e per scelta. Uniti. Anche se a rugby non siamo fortissimi, la Padania la battiamo di sicuro” conclude il segretario provinciale del Partito Democratico.