Genova. Amici, parenti, gente comune ad affollare la chiesa di San Benedetto a Genova per dare l’ultimo saluto a Pepi Morgia. Commozione, volti scuri, sguardi increduli.
“Con lui è nata l’anno scorso questa idea che è diventata realtà del mio prossimo disco. Io sapevo che aveva avuto dei problemi, legati a questa malattia che poi si è rivelata letale, però fino a un mese fa non faceva trapelare niente”. Lo dice il cantautore genovese Francesco Baccini, che aggiunge: “Per me è stata una doccia fredda. E’ incredibile perché l’ora in mezza che sono stato con lui, siamo stati un’ora e mezza parlare di lavoro”.
Parlare del lavoro che avevano pensato e condotto assieme. Ma Pepi Morgia conservava ancora moltissimi progetti e molte ambizioni: “Fino all’ultimo secondo era propositivo, pensava già al suo ritorno a casa, si immaginava il ritorno a Sanremo, e io ero lì che dovevo fare finta di niente, perché invece sapevo cosa gli sarebbe successo”.
In questo ricordo commosso di Baccini, una promessa: “Come ho detto ieri, la prima luce che si accende sul palcoscenico lui sarà con noi, gli dedicherò il disco e non solo il prossimo concerto, è stata la prima persona che mi ha detto di andare avanti. Il mio è un progetto nato da entrambi. Lui ha la paternità di questa cosa”.
Anche Don Gallo, prima di cominciare la funzione, ha voluto lasciare al microfono il suo ricordo: “Pepi era un laico, era negli scout, ma laici e se c’è una persona che aveva scoperto l’amore quello era proprio lui – ha dichiarato Don Andrea Gallo prima della celebrazione – ha diretto grandi spettacoli, ma nessuno sapeva che era lui a dirigere i fili perché lo faceva per puro amore, verso l’arte e verso gli altri. Non aveva bisogno di frastuoni, pubblicità, autoreferenzialità. Questo l’ha portato ad arrivare lucidissimo alla morte umana e io oggi leggerà un passo in cui si dice che la vita non è tolta, è mutata”.
“Ho visto Pepi la settimana scorsa e mi aveva chiesto di sposarlo con la sua Patrizia – continua Don Gallo – Un matrimonio dove l’amore sarebbe stato al centro e non aveva vincoli anagrafici e di nessun tipo. Ora so che lui è in cielo e quando vedrò il cielo colorato (lui era un po’ il musicista dei colori), penserò che il Padre Eterno lo ha assunto come regista”.



