Finale L. Tre anni, sei mesi e 20 giorni di reclusione. E’ questa la pena patteggiata questa mattina, davanti al giudice Fiorenza Giorgi, da Gabriele Catalano, il 37enne milanese finito in manette con l’accusa di tentato omicidio dopo che, a Finale Ligure, aveva colpito con una coltellata un amico di 44 anni.
Nella precedente udienza i legali di Catalano, gli avvocati Francesca Aschero e Lorenzo Corridori, avevano presentato una serie di documenti (tra cui anche delle memorie difensive) per sostenere che l’uomo non avesse ferito l’amico con l’intenzione di ucciderlo, ma che si fosse trattato di una lite nata per futili motivi, degenerata a seguito del pesante stato di alterazione dei due amici, dovuto ad alcol e droghe.
Gli avvocati dell’imputato hanno sempre sostenuto che Catalano, il quale soffre di problemi di salute legati all’uso di sostanze stupefacenti, al momento dell’aggressione non si sarebbe reso conto della gravità del suo gesto. Dalla relazione del perito del pm era emerso che la vittima dell’aggressione non ha danni permanenti (un fatto che avrebbe potuto anche portare alla derubricazione del reato da tentato omicidio a lesioni gravi, ma il giudice non ha ritenuto di “alleggerire” la posizione dell’imputato).
La parte offesa, già prima che Catalano patteggiasse, era stata risarcita per il danno subito e quindi non si era costituita parte civile nel processo. Catalano nel frattempo sta continuando il suo percorso di recupero all’interno di una comunità. Il gip gli aveva infatti concesso di scontare i domiciliari all’interno della struttura.