Cairo M. La recente iniziativa per la raccolta delle firme in difesa dell’ospedale San Giuseppe promossa dal Comitato Sanitario Locale Valbormida unitamente al Comitato Spontaneo costituitosi tra i dipendenti ospedalieri, è stata l’occasione per raccogliere un grande numero di testimonianze da persone di tutte le fasce di età e sociali.
“Facendo una sintesi di tutte queste osservazioni, abbiamo avuto la conferma di come sia estremamente importante, in materia di Sanità, avere un dialogo aperto con tutti gli attori, le organizzazioni e le istituzioni che gestiscono e si occupano di questa materia – si legge in una nota del Comitato – Per questo motivo il CSLV, ha ritenuto necessario avviare, un contatto continuativo nel tempo, con l’intento di una dialettica costruttiva, partendo dai Medici di Medicina Generale e Pediatri di Libera Scelta ossia i Medici di famiglia; ai quali va riconosciuta la professionalità con la quale forniscono l’assistenza per le cure di base e che per primi hanno il compito di prendere in carico la preoccupazione e quindi la cura dei cittadini ‘clienti fruitori’ che da questo momento in poi diventano dei ‘pazienti’ dell’intero Servizio Sanitario”.
I primi contatti del CSLV per la costruzione di un organismo di studio e di approfondimento, sono stati avviati con il Centro di Medicina di Gruppo Cairo Salute ed altri Medici del Distretto n.6 delle Bormide. L’idea viene dal progetto già avviato nel Distretto Finalese e messo a punto dal dottor Piermario Giovine.
“L’obiettivo è quello di considerare il servizio sanitario a 360° – dicono ancora dal Comitato Sanitario Locale Valbormida – iniziando quindi con i medici di famiglia che costituiscono il primo e l’ultimo passaggio in quello che si può definire un ‘percorso di cura’ nel quale si vede il ‘cliente – paziente’ muoversi in una serie di tappe, che nei casi più urgenti passa dal Pronto Soccorso (Laboratori di analisi, ambulatori, visite specialistiche, ospedale ecc …) per poi ritrovarsi, a fine cura, nuovamente assistito dal Medico di famiglia che prenderà di nuovo in carico il ‘cliente – paziente’. Ovviamente per completare il monitoraggio di questo ‘percorso di cura’ saranno necessari; la partecipazione e l’apporto di medici specialisti ospedalieri che ci auguriamo vogliano partecipare di buon grado a questo progetto”.