Savona. Due condanne, a tre anni e quattro mesi di reclusione per l’agente immobiliare savonese Giuseppe Porta ed a due anni e tre mesi per lo psichiatra Asl Giuseppe Servetto, ed un’assoluzione per la madre del primo Mattea Cardea. Sono queste le richieste avanzate questa mattina, in aula, dal pm Ubaldo Pelosi nell’ambito del processo per circonvenzione d’incapace (la Cardea è accusata solo di riciclaggio) nei confronti di una ex insegnante, Gabriella Franchi. Al termine della requisitoria del pubblico ministero il giudice ha rinviato il procedimento al prossimo 29 ottobre per le repliche dei legali della difesa e per quello di parte civile.
Nel frattempo gli immobili oggetto della contesa con la parte civile sono stati restituiti (il passaggio è avvenuto nel luglio scorso davanti al notaio Enrico Zanobini). Secondo il quadro accusatorio l’agente immobiliare avrebbe acquistato dalla Franchi la nuda proprietà di tre immobili (due appartamenti a Savona e uno a Vernante), pagandoli in tutto, con un assegno circolare, 140 mila euro.
Nel corso del procedimento in aula erano stati ascoltati gli ultimi testimoni citati dalla difesa tra cui la moglie del geometra e gli stessi Porta e Servetto. Dalle testimonianze emergerebbe che il comportamento della Franchi nei confronti di Porta sarebbe cambiato proprio nel momento in cui lui scelse di sposarsi. La moglie di Porta aveva ricordato di come, quando la Franchi era in ospedale, il marito si occupasse di lei e fosse un vero e proprio punto di riferimento anche per i sanitari. Sempre secondo il racconto della compagna dell’agente immobiliare era la stessa Franchi in quel periodo ad affermare che i suoi parenti erano “grandi assenti”.
La difesa di Porta ha sempre puntato a smontare il quadro accusatorio dimostrando la chiarezza di rapporti tra la Franchi e l’agente immobiliare, un rapporto fatto anche di forte affetto e amicizia. La difesa, nelle scorse udienze, aveva cercato inoltre di dimostrare che la patologia di cui soffre la Franchi non sarebbe stata essenziale al momento della transazione, senza contare la volontà della donna espressa in diverse occasioni di non volere lasciare nulla ai parenti.
Una tesi respinta dal pm secondo cui è chiaro che da parte di Porta e Servetto ci sia stata la volontà di aggirare la donna approfittando anche della suo stato di capacità di intendere. L’accusa ha anche chiesto, oltre alla pena detentiva, per l’agente immobiliare e lo psichiatra il pagamento di multe, rispettivamente, di 900 e 600 euro.