Economia

Turismo in Liguria, calano le presenze: un luglio da dimenticare

Spiaggia balneazione bagnanti

Liguria. A causa del maltempo e delle basse temperature che hanno caratterizzato il mese di luglio, ma non solo, il turismo in Liguria ha subito un “pesante crollo”. Lo afferma l’assessore al Turismo della Regione Liguria, Angelo Berlangieri, che parla senza mezzi termini di vera e propria “batosta” per le strutture ricettive della Regione, in particolare quelle di Levante.

“La stagione quest’anno era partita con previsioni in linea con quelle degli altri anni, caratterizzate da un lieve calo degli italiani compensato da un aumento del 2,3% della presenza straniera – spiega Berlangieri -. Poi, con il peggioramento delle condizioni climatiche, abbiamo avuto un crollo a luglio con molte disdette. Siamo andati sotto sia come fatturato, sia come presenze. A soffrire di più soprattutto la parte ponentina della Regione mentre ha sofferto la parte ricettiva un po’ più di quella quella balneare. Dati precisi però, ancora non ce ne sono”.

“Luglio è un mese importante – osserva poi Berlangieri -, difficile da recuperare una volta perso ma speriamo vada comunque meglio ad agosto e a settembre”.

“Aiuti non sono possibili, non abbiamo le risorse – continua l’assessore -, cercheremo di intervenire sul fronte del prolungamento della stagione. Ritardare l’apertura delle scuole per favorire il prolungamento della stagione vacanziera teoricamente si può, in pratica no, perché questo viene deciso dalle Regioni e le Regioni Piemonte e Lombardia, il cui turismo si riversa qui, lavorano, giustamente dal loro punto di vista, per favorire le settimane bianche”.

Berlangieri respinge l’idea di un’offerta scadente da parte delle strutture turistiche liguri. “Non è vero – afferma -, abbiamo un ottimo rapporto qualità/prezzo come dimostra il fatto che ogni anno circa 3,5 milioni di persone vengono a fare le vacanze qui. Il problema per cui i prezzi sono leggermente superiori riguarda il fatto che quasi tutte le imprese turistiche sono a conduzione familiare ed è difficile per loro, mantenendo alta la qualità, stare dietro alle grandi economie di scala”.