Regione. Voto contrario del Pdl sul Piano territoriale di Coordinamento Paesistico portato ieri in Consiglio regionale. A renderlo noto sono i consiglieri regionali del Pdl Melgrati, Garibaldi e Scajola che spiegano “siamo contrari, non per i contenuti, ma per il modo con cui è stato costruito questo provvedimento”.
Secondo gli esponenti del Pdl infatti “questo provvedimento è nato male, ed è finito peggio. Infatti, l’ex assessore all’urbanistica Ruggeri, senza ascoltare comuni e provincia, fece una delibera blitz in una notte con un iter che non teneva conto delle peculiarità dei comuni, e soprattutto non si era confrontato con gli stessi, deputati, insieme alla Provincia, alla pianificazione urbanistica”.
“Il risultato di questa variante di piano – proseguono i consiglieri regionali – realizzata sui tavoli della Regione, e non sul territorio, aveva portato ad una levata di scudi dei comuni e delle due Province non allineate politicamente con la giunta di sinistra della Regione, cioè Savona e Imperia. Il non aver voluto ritirare la documentazione ai protocolli dei Comuni, che di fatto impediva la applicazione della salvaguardia della delibera di Giunta Regionale, aveva portato la giunta a far eseguire notifiche di imperio”.
Melgrati, Garibaldi e Scajola continuano: “Le tante osservazioni presentate dai Comuni fanno poi pensare che avevamo ragione quando chiedevamo una concertazione preventiva tra i Comuni, le Province e la Regione. Più volte ci è stato detto che questo non è stato fatto per evitare la speculazione, come se non ci fosse un Ptcp in vigore, come se ci fosse una tabula rasa urbanistica, come se ‘hic sunt leones’… ma questo non era, e la giustificazione non regge”.
A detta degli esponenti del Pdl il fatto poi che le osservazioni approvate dalla Regione siano una minoranza rispetto a quelle presentate la dice lunga sulla disponibilità della Giunta regionale “è inammissibile – aggiungono – che la conoscenza del territorio rappresentata dai Comuni sia stata tenuta in così scarsa considerazione, dato confermato nelle audizioni, dove solo pochi Comuni hanno insistito nel proporre le loro istanze, sintomo di una sfiducia palese nell’esito del risultato, confermato dall’unica variante approvata su tutte le audizioni, quella presentata dal Comune di La spezia, che ha evidenziato un marchiano errore nella variante di Ptcp, approvata anche dal gruppo Pdl”
In conclusione secondo Melgrati, Garibaldi e Scajola, “la variante al Ptcp approvata ieri, che di fatto è esecutiva da mesi, ma che con l’approvazione delle ulteriori varianti (poche), accolte, frutto delle osservazioni dei Comuni, libera interventi urbanistici sul territorio che erano bloccati da più di due anni. L’umore del risultato di questo provvedimento è dato dai sindaci e amministratori locali fortemente critico con una variante al Ptcp costruita senza la conoscenza del territorio, senza sopralluoghi, costruita a tavolino, con un intento falsamente protezionistico e forzatamente finto-ambientalista, disattendendo le aspettative anche concordate dalla giunta con più amministrazioni locali”.