Regione. Il consigliere regionale Maruska Piredda (Idv) con un’interrogazione ha chiesto chiarimenti sul percorso avviato con la chiusura delle Comunità Montane della Liguria dal 1 maggio 2011. “Quali sono i costi effettivi – ha chiesto Piredda – per l’inserimento del personale delle Comunità montane e dei Consorzi di Comuni trasferito alla Regione dallo scorso maggio e in che modo l’arrivo di questo personale ha inficiato le graduatorie”. Inoltre Piredda ha chiesto con quale criterio la Giunta ripartirà i fondi per la montagna fra i Comuni montani e quelli parzialmente montani; a chi saranno concessi i beni mobili ed immobili una volta inventariati; a chi saranno demandate le attività e le passività derivanti dall’esercizio delle funzioni e dei servizi svolti, i beni e le risorse strumentali acquisiti ed i rapporti giuridici in corso, con particolare riferimento ai contratti in essere alla data del 30 aprile 2011 e infine a chi saranno dati in successione i lavori in fase di esecuzione.
L’assessore all’agricoltura Giovanni Barbagallo ha risposto: “La spesa per l’inserimento in organico dei dipendenti già in servizio presso le comunità montane e i consorzi dei comuni ammonta a circa 4 milioni 500 mila euro all’anno. Per quanto riguarda graduatorie di concorso vigenti non cambia niente. Le risorse del fondo per la montagna sono oggetto di accertamento di entrata da parte della Regione nei confronti dello Stato e vengono assegnate alle regioni dopo il corrispondente stanziamento erariale. I criteri di riparto per i comuni montani e parzialmente montani prevedono che una quota del 30% venga ripartita in proporzione alla superficie di ciascun comune, un altro 10% in proporzione alla popolazione residente al 31 dicembre dell’anno precedente e la restante quota del 60% viene attribuita sulla base del rapporto fra popolazione e territorio. I beni e le strumentazioni impiegati nella prevenzione e il contrasto agli incendi boschivi saranno trasferiti all’ente che assume tali funzioni. Il principio generale nella successione dei beni è garantire l’equilibrio e la sostenibilità finanziaria delle liquidazioni quindi, in caso di stato passivo, si procederà all’alienazione dei beni. Lo stesso principio viene applicato anche per la successione di altre attività, garantendo sempre la continuità dei servizi sul territorio. Per quanto riguarda, infine, i lavori in esecuzione saranno trasferiti ai nuovi soggetti attuatori proposti dalle comunità montane e confermati dalla giunta”.
“A parte i costi certi per il personale – ha replicato la Piredda – di fatto ancora non c’è ancora un quadro dettagliato delle spese. Continuerò a monitorare la situazione per avere dati più precisi”.