Cairo M. Ferrania Ecologia risponde punto su punto alle 10 domande sollevate dal Comitato Ambiente Salute Valbormida nel corso dell’assemblea pubblica cairese dedicata alla presentazione del nuovo impianto di compostaggio, che ha visto una nutrita partecipazione di pubblico presso Palazzo di Città.
Ecco il documento inviato alla redazione di IVG.it:
1) Il progetto della centrale a biomassa lo ritirerete o avete intenzione di portare avanti entrambe le iniziative?
Ferrania Ecologia non è Ferrania Technologies, ma è una realtà autonoma. il Socio Ferrania Technologies è fortemente impegnato su questa nuova iniziativa. Ferrania Technologies ci informa che quella relativa alla centrale a biomasse è ferma in attesa il giudizio definitivo del Consiglio di Stato a valle della quale verranno fatte valutazioni puntuali chiariti gli aspetti amministrativi. Non si può ovviamente rinunciare a ciò che non si è ancora ottenuto in termini di autorizzazioni. I due progetti sono completamente autonomi ed indipendenti uno dall’altro. L’impianto di trattamento e compostaggio sarà alimentato da rifiuti organici biodegradabili (45.000 t/a), inclusi gli sfalci di potatura (15.000 t/a per la strutturazione del compost di qualità). Nel caso della centrale, la biomassa di alimentazione è costituita invece esclusivamente da biomassa vergine (110.000 t/a).
2) L’impianto in progetto tratterà solamente i rifiuti prodotti in Valbormida, quelli di tutta la Provincia di Savona o anche quelli delle province limitrofe? Quali tipologie oltre la frazione umida dei rifiuti urbani?
L’impianto nasce per dare una risposta tecnologicamente all’avanguardia all’esigenza di trattamento del rifiuto organico biodegradabile da raccolta differenziata della Provincia di Savona. Nel rispetto delle norme di legge potrà trattare anche il rifiuto organico da raccolta differenziata dei territori limitrofi salvaguardando la missione prevalente a servizio della Provincia di Savona. In parte residuale l’impianto potrà trattare anche rifiuti organici biodegradabili dell’industria agroalimentare (ad esempio residui della spremitura delle olive, scarti ortofrutticoli) del tutto assimilabili al rifiuto urbano domestico.
3) Considerando che la raccolta porta a porta dell’umido in Provincia di Savona e nelle Province limitrofe è a livelli molto bassi, che cosa tratterà l’impianto se fra due anni l’umido raccolto direttamente non soddisferà la volumetria richiesta?
Il livello attuale di raccolta differenziata è insoddisfacente. L’impianto è dimensionato coerentemente con gli obiettivi di legge al 2012 relativi allo sviluppo della raccolta differenziata (65 %). L’impegno al raggiungimento di tale obiettivo è stato condiviso e fatto proprio da tutte le amministrazioni locali in occasione della presentazione del 18 luglio u.s. (Regione Liguria, Provincia di Savona, Comune di Cairo M.). Il progetto di nuovo sistema di raccolta dei rifiuti del Comune di Cairo è l’esempio della concreta volontà di procedere in questa direzione. Nasce prima l’uovo o la gallina? Senza impianto non si potranno attuare i sistemi di raccolta differenziata, senza sistemi di raccolta differenziata l’impianto non ha ragione di esistere: il patto tra pubblico e privato dovrebbe consistere nell’attuare sinergicamente questo percorso virtuoso. L’ipotesi di una mancata attuazione della raccolta differenziata in Provincia di Savona metterebbe a rischio la redditività dell’investimento prospettato, ma ciò è connesso al rischio d’impresa. La stessa costituirebbe un fallimento delle amministrazioni che ne hanno sposato la strategicità, in coerenza con gli obiettivi di legge.
4) L’impianto in progetto potrà trattare anche il rifiuto residuo per estrarne la frazione umida, cioè il rifiuto che oggi in Valbormida introduciamo in un cassonetto di colore verde dopo aver separato plastica alluminio, vetro e carta?
No, l’impianto è destinato a ricevere esclusivamente il rifiuto organico biodegradabile da raccolta differenziata (sistema porta a porta o sistema di prossimità c.d. cassonetto marrone). L’utilizzo di rifiuto indifferenziato annullerebbe la possibilità di produrre energia elettrica da fonte rinnovabile oggetto di incentivazione mediante certificato verde e non consentirebbe di produrre compost di qualità certificabili per utilizzo in agricoltura come emendante compostante misto rendendo del tutto antieconomico l’esercizio dell’impianto di trattamento.
5) Nell’eventualità l’impianto iniziasse a trattare il rifiuto residuo, quale destinazione avrebbe la frazione secca estratta dal separatore,presente nel progetto prima del biodigestore?
Non esiste questa eventualità. Esiste invece la necessità di destinare allo smaltimento la minima ma inevitabile frazione secca nel rifiuto organico biodegradabile da raccolta differenziata. Infatti anche con la migliore attenzione possibile prestata da parte dei cittadini nel differenziare la frazione organica biodegradabile del rifiuto domestico, residui secchi possono sempre essere presenti (in una percentuale variabile tra 10 % – 25%). Per le quantità non rilevanti di materiali impropri nella matrice organica nel caso dell’impianto è previsto l’avviamento presso la discarica di Savona/Boscaccio (Ecosavona).
6) Per quale motivo tutti i Comuni di tutta la Provincia di Savona e delle Province limitrofe dovrebbero iniziare la raccolta porta a porta dopo annidi disinteresse verso tale metodologia, se l’impianto potrà trattare direttamente il rifiuto residuo ed estrarne la frazione umida?
L’impianto non è progettato per trattare direttamente il rifiuto residuo ed estrarne la frazione umida. Tratta il rifiuto organico biodegradabile da raccolta differenziata. Gli accordi con le amministrazioni si baseranno sul presupposto che il privato avvii l’investimento e in parallelo il pubblico organizzi e sviluppi il sistema di raccolta. I Comuni della Provincia di Savona e delle Provincie limitrofe effettuano da anni la raccolta differenziata, la quale, semmai, risulta fortemente limitata relativamente alla raccolta della parte umida per via della assenza di impianti che permettano un trattamento a recupero con prezzi che non siano penalizzanti. Le tariffe di conferimento all’impianto di trattamento sono concordate e fissate in modo tale da innescare il circolo virtuoso. Inoltre il trend normativo sia italiano che comunitario tende e tenderà in maniera sempre più marcata a penalizzare il conferimento indifferenziato in discarica con aumenti dell’ ecotassa, che, non grava sui trattamenti virtuosi come l’impianto di biodigestione anaerobico.
7) Per l’approvazione politica dell’impianto sono in programma convocazioni del consiglio comunale ed altre assemblee pubbliche o si ritengono sufficienti gli incontri fino ad oggi svolti? Saranno coinvolte anche le Amministrazioni Pubbliche ed i cittadini dei Comuni limitrofi, visto che l’impianto è localizzato in prossimità del centri abitati di Altare e Carcare?
Ferrania Ecologia ha inteso fare della trasparenza e della comunicazione il tratto caratterizzante dello sviluppo di questo progetto. Quello del 1 agosto è il primo incontro pubblico seguito agli incontri con le istituzioni del 18 luglio e con le Organizzazioni Sindacali il 29 luglio. Seguiranno altri incontri ogni volta che le Amministrazioni Pubbliche, ed i Cittadini faranno sentire l’esigenza di confrontarsi con l’azienda. Ferrania Ecologia attiverà un indirizzo e-mail, un sito web e un punto polifunzionale a Ferrania. Il progetto è già consultabile presso l’URP del Comune di Cairo Montenotte. Ferrania Ecologia Srl intende rendersi parte attiva nel processo di sviluppo e innovazione della gestione del trattamento della frazione organica dei rifiuti solidi urbani a servizio degli obiettivi di gestione ambientale della Provincia di Savona; parlare e confrontarsi non può che migliorare la qualità della progettazione ed il risultato fino alla realizzazione e gestione dell’impianto.
8) Considerando che l’impianto in progetto occuperà solamente 8 addetti occupando 40.000 mq di aree industriali, come pensate di rispettare gli impegni presi sul rilancio industriale ed occupazionale? Nell’eventualità che questi impegni non siano rispettati avete intenzione di restituire una parte delle aree rilevate nel 2005?
Ferrania Ecologia si inserisce nell’ambito delle iniziative per il rilancio industriale ed occupazionale di Ferrania nel solco del filone strategico della tecnologia per le energie rinnovabili e della sostenibilità ambientale alla base del progetto industriale del socio Ferrania Technologies e insiste su aree marginali del compendio industriale di Ferrania (solo 10% del totale). Il progetto Ferrania Ecologia contribuisce con una occupazione diretta per 8 unità più l’indotto nei settori della gestione del ciclo integrato e della manutenzione impiantistica, ma è una realtà autonoma e distinta da Ferrania Technologies che conferma come fatto sino ad ora il proseguimento dell’impegno nella ricerca e attuazione di nuovi progetti per il pieno utilizzo delle aree e il rilancio industriale ed occupazionale.
9) Perché negli ultimi decenni in Valbormida i progetti di rilancio industriale presentati sono collegati esclusivamente al carbone ed ai rifiuti? Non possiamo ospitare anche attività industriali in altri settori quali ad esempio un distretto industriale per le energie rinnovabili ed il risparmio energetico?
La neo costituita Ferrania Ecologia non può rispondere per gli ultimi 10 anni di politica industriale e iniziative imprenditoriali in Valbormida. Ma nell’ambito delle iniziative previste dal progetto industriale di Ferrania Technologies, Ferrania Solis è l’esempio di una attività industriale in un settore non tradizionale per la Valbormida, proprio quello delle energie rinnovabili ed il risparmio energetico, con il taglio tecnologico e manifatturiero di qualità nel solco della tradizione Ferrania.
10) Non sarebbe meglio costruire 4 – 5 biodigestori più piccoli nei vari ambiti della provincia di Savona e nelle Province limitrofe, invece che uno solo in Valbormida, riducendo in questo modo le problematiche legate al traffico veicolare, ai gas maleodoranti, alla proliferazione di batteri ed insetti, al pericolo di esplosioni ed alle emissioni nocive derivanti dalla combustione del biogas?
La nostra proposta è un impianto di servizio per l’ambito della Provincia di Savona e aperto ai territori limitrofi. La taglia consente economia di esercizio che consentono di innescare il ciclo virtuoso sulla raccolta differenziata e di gestire adottando le migliori tecnologie sul controllo ambientale e la sicurezza.
Un impianto di trattamento dei rifiuti organici biodegradabili, progettato con le migliori tecnologie per evitare dispersioni ed emissioni inquinanti e/o fastidiose di qualunque natura, nel rispetto dei principi ambientali, ivi compresi quelli inerenti il recupero di materia e la produzione di energie alternative, trova una giustificazione economica alla sua realizzazione ed esercizio solo a partire da dimensioni pari a circa 25.000 t/anno, impianti di dimensioni minori obbligherebbero pertanto a praticare tariffe che di fatto non permetterebbero l’avvio della raccolta differenziata. Le problematiche legate al traffico veicolare risulteranno sicuramente limitate dagli agevoli collegamenti permessi dalle infrastrutture viarie mentre i gas maleodoranti, la proliferazione di batterie insetti, il pericolo di esplosioni derivano da una eventuale insufficiente qualità nella realizzazione e conduzione dell’impianto, qualità che sono invece garantite da un impianto realizzato con le migliori tecnologie esistenti come quello proposto. Le emissioni dei motori di cogenerazione ciclo otto (alimentati dal biogas recuperato costituito da metano ed utilizzati per il trascinamento dei generatori elettrici) sono di gran lunga inferiori a quelle delle più moderne auto Euro5.