Savona. Via libera da parte dell’assemblea dei soci di Tpl Linea all’aumento di capitale, varata a seguito dell’azione di risanamento che ha rispettato e anticipato i tempi previsti nel 2007 e che prevede riconoscimenti di titolarità di quote azionarie che non sono stati ancora formalmente recepiti a fronte dei versamenti aggiuntivi da parte degli enti azionisti: il capitale sociale viene raddoppiato, passando da 2,1 mln a 4,2 mln di euro.
Al vaglio dell’assemblea il percorso intrapreso in questi anni, con l’approvazione del piano industriale del Gruppo Acts prevedeva una prima fase di ottimizzazione della struttura aziendale, la copertura delle perdite pregresse (anni 2007 – 2010) e l’adozione di un piano di sviluppo e investimento per il mantenimento ed accrescimento degli standard qualitativi attraverso il rinnovo del parco mezzi (anni 2011 – 2022). Con il bilancio al 31 dicembre 2010 si completano le prime due fasi e si da inizio alla seconda fase.
Per il 2010, in linea con le previsioni del piano industriale, il bilancio di Acts Spa presenta una perdita ante imposte di € 41 che, dopo le imposte diventa un utile di € 24.578. Nei ricavi la società ha beneficiato del canone di locazione percepito dalla controllata (€ 402.614) e dei contributi in c/investimenti (€ 13.134) derivanti dai risconti relativi al Terminal Aldo Moro. Si sono altresì registrate delle sopravvenienze attive ordinarie (€ 105.637) derivanti dalla ricognizione e cancellazione di alcuni debiti iscritti verso fornitori. Per quanto riguarda i costi che ammontano a € 379.272, sono relativi alla gestione ordinaria e quindi comprensivi degli ammortamenti per € 264.348. Mentre la componente finanziaria ha inciso negativamente per € 146.106. Non si sono verificate svalutazioni straordinarie. La controllata TPL Linea Spa, presenta un utile ante imposte di € 354.508, che detratte le imposte, portano ad una perdita di € 95.304.
Tra i punti al centro dell’assemblea dei soci la razionalizzazione delle proprietà immobiliari: verrà pubblicato nelle prossime settimane il bando per l’alienazione del deposito di Albisola Superiore (non più utilizzato). La dismissione, al prezzo base di asta di euro 2,2 mln di euro, creerà un plusvalore di circa 600.000 euro e consentirà il recupero di risorse finanziarie che consentiranno di ridurre l’indebitamento nei confronti del sistema bancario o finanziare Tpl per incentivare ulteriormente le azioni di ammodernamento del parco mezzi.
Quanto alla fusione Acts-Sar per l’assemblea si tratta di un obbiettivo naturale, conclusivo del percorso di unificazione delle due aziende. L’aumento di capitale di Acts Spa, con il conseguente aumento di capitale in Tpl Linea Srl, dovrà favorire la creazione di una società unica tra Acts e Sar in modo da rendere definitivo il percorso di unificazione gestionale e predisporre la società ad affrontare percorsi di ulteriore crescita ad oggi possibili con le aree di Imperia e di Genova.
“Gli ultimi anni ci hanno visti impegnati nella ricerca del punto di equilibrio della società, e l’obiettivo è stato centrato con il bilancio al 31 dicembre 2010 – ha detto il presidente di Acts Spa Luca Becce – La società capogruppo attraverso la dismissione del deposito di Albisola Superiore e il dialogo con gli Enti soci sta predisponendo le giuste risorse per far si che non venga bloccato il cammino di rinnovamento del parco mezzi nonostante le molte incognite e le dolorose certezze che i bilanci pubblici offrono in questo momento. Massima attenzione verrà posta sulla proposta di unione delle aziende Acts e Sar alla ricerca di quella unità gestionale e progettuale, ad esempio attraverso una intelligente gestione patrimoniale, necessaria alla Provincia di Savona per affrontare la difficile congiuntura e porre le basi per successive aggregazioni territoriali”.
“Questi risultati peraltro molto positivi, soprattutto se confrontati con il panorama del Tpl a livello nazionale, non possono nascondere la gravità della situazione odierna – ha detto il presidente Tpl Linea, Maurizio Maricone -. Tpl Linea, infatti, ha, al momento attuale e senza ulteriori interventi correttivi da parte della Regione Liguria, minori risorse per circa 1,6 milioni di euro. Tale contrazione, solo minimamente attenuata dall’applicazione del cosiddetto ‘fondino’, costringe la società operativa a un bilancio previsionale passivo per circa euro 2 mln nel 2011 senza prospettive vere di miglioramento per gli anni successivi”.
“Risulta pertanto necessari, in assenza di nuovi atti che riducano il taglio di risorse, attivare una fase di rinegoziazione innanzitutto degli accordi aziendali sul lavoro (già attivata dalla società con gli accordi del maggio 2011) e rivedere l’Accordo di Programma sui servizi pubblici di trasporto fermo dal 2002, nonché il perseguimento della crescita della società attraverso aggregazioni “territorialmente compatibili” in direzione di Imperia, Genova Provincia e Cuneo. Punto fondamentale per ottenere una massa critica sufficiente per la salvaguardia gestionale e per poter ottenere a livello regionale quei riconoscimenti finora negati. In assenza del percorso delineato non si potrà che attivare una politica di contrazione del trasporto pubblico locale, sacrificando linee a bassa domanda, ma importanti dal punto di vista dell’utenza debole o territorialmente o socialmente ed entrando in una spirale di depotenziamento del servizio offerto con ovvie ripercussioni economiche e sociali”.